I conti salvati dal vitivinicolo, ma per Confagricoltura nei campi serve meno fisco e burocrazia
Le due Confagricoltura di Verona e di Vicenza fanno un bilancio di un 2019 caratterizzato da un andamento climatico anomalo e condizionato internazionalmente dalle incertezze economiche e politiche e nel nostro Paese dall’eccessivo peso della burocrazia e della fiscalità che si abbattono sull’agricoltura.
Per le due province, che reggono molto del valore della produzione agricola regionale, alcune indicazioni sono assolutamente comuni: la vitivinicoltura è trainante, da sola, dell’intera economia agraria, mentre il 2019 è stato invece un altro anno da dimenticare per la frutticoltura: la raccolta di pesche, nettarine, mele, pere e kiwi è stata insoddisfacente anche a causa delle criticità dovute alla cimice asiatica. Note drammatiche in entrambe le province per l’olivicoltura, dove le avverse condizioni climatiche hanno portato alla perdita quasi totale del raccolto e all’azzeramento della produzione di olio Dop.
Paolo Ferrarese
presidente
Confagricoltura Verona
L’annata in corso vede ancora prezzi in picchiata, con un aggravamento riguardante le oleaginose, che portano a casa un risultato fortemente negativo. Felice eccezione il riso, che manda in archivio una stagione che è la migliore degli ultimi dieci anni. Ottime rese, ottima qualità, ottimi prezzi: di più non si poteva chiedere. Bilancio positivo per il tabacco: l’annata produttiva è buona, però quel che pesa enormemente è l’aspetto commerciale, sempre incerto e basato su pochi acquirenti.
Enrico Pizzolo
presidente
Confagricoltura Vicenza
Annata negativa per la nocicoltura, con qualità buona ma dimezzamento della produzione a causa del meteo sfavorevole. Anche per i cereali continua il periodo nero, mentre il bilancio è migliore per le orticole. Negli allevamenti va registrato ottimismo sul fronte dei suini, dopo anni durissimi, mentre il mercato è cedente per la carne bovina. Per il latte stiamo per archiviare una discreta annata, anche se però ci sono già segnali che prefigurano una fase negativa.