Con la caduta mondiale delle vendite, anche oltre un terzo, i grandi si faranno ancor più grandi
Goldman Sachs prevede per il lusso un calo delle vendite fino al -70% nel secondo trimestre mentre Bcg-Boston Consulting Group ha stimato una flessione della domanda tra il -50 e il -60% a marzo e aprile, che sale al -65 o -75% per l’Italia. Un dato quest’ultimo che prospetterebbe per tutto il 2020, come riporta la stampa finanziaria, una discesa mondiale della moda fra il -28% e il -38%.
Il solo settore del lusso di fascia superiore potrebbe anche arrivare ad accusare un -45% perché, dicono gli esperti della consulenza aziendale, si tratta di acquisti discrezionali, legati al turismo e di un comparto con un tasso di penetrazione delle vendite online ancora basso, rispetto ad altri.
Ad aumentare il traffico degli acquisti sul web, secondo Boston Consulting, sarà il fatto che una quota di consumatori, prevista fra l’11% e il 34%, continuerà a preferire gli store online a quelli offline anche dopo lo sblocco delle chiusure temporanee dei negozi fisici. Sul fronte delle aziende, Bcg prevede maggiori investimenti nel marketing online e nella digitalizzazione dei processi.
Secondo gli esperti, aziende solide e in grado di reagire con dinamismo ai cambiamenti del mercato potranno anche decidere di crescere con nuove acquisizioni mentre le meno flessibili avranno dei problemi. Gam Investments prevede un ulteriore consolidamento del settore lusso, per effetto dell’uscita dal mercato di alcuni player e delle operazioni di ‘Merger and Acquisition’, cioè di attività di finanza straordinaria di impresa attraverso fusioni o acquisti, a opera dei marchi più forti.
E c’è chi prospetta uno scenario in cui i vincitori saranno i marchi più strutturati, con un buon posizionamento di mercato e che mostrano un basso differenziale di prezzi fra Europa e Cina. Con la recessione, infatti, i consumatori hanno meno da spendere e vogliono assumersi meno rischi.