Le linee del “Green Deal” europeo ispirano un nuovo rapporto tra produzione e ambiente naturale .
«Il Coronavirus ha dimostrato quanto siamo vulnerabili e quanto sia importante recuperare il rapporto tra uomo e natura»: lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans presentando le due strategie che sono “il cuore del Green Deal”, insieme all’obiettivo di portare a coltivazione bio il 25% dei terreni agricoli. Per raggiungere i numerosi obiettivi che la Commissione fissa al 2030, l’Esecutivo ha presentato anche un’agenda di iniziative legislative.
La Commissione si propone di tagliare l’uso dei pesticidi del 50% e dei fertilizzanti del 20%; di trasformare il 10% delle terre agricole Ue in elementi di paesaggio collegati tra loro e di istituire aree protette sul 30% delle terre e dei mari Ue, di cui il 10% sottoposte a vincoli stringenti come il divieto di pesca; di piantare tre miliardi di alberi, di dimezzare le vendite di antibiotici agli allevamenti e agli impianti di acquacoltura e di ‘liberare’ 25mila chilometri di fiumi dalle barriere artificiali.
Nel 2022, poi, sono previste due proposte sull’etichettatura, una per l’indicazione di origine obbligatoria degli alimenti, l’altra per informazioni chiare e leggibili sul loro valore nutrizionale, come il NutriScore francese.
La presentazione delle strategie su biodiversità e alimenti sostenibili della Commissione von der Leyen sono state generalmente accolte con favore dalle organizzazioni ambientaliste. «L’Ue – sottolinea Ester Asin, direttrice del Wwf Europa – ha dimostrato di essere pronta ad imparare dalla crisi sanitaria, proponendo azioni che possono modificare le nostre relazioni tossiche con la natura».
L’associazione animalista Lipu-BirdLife Italia giudica positivamente l’approvazione da parte della Commissione europea delle “attesissime misure di Strategia per la biodiversità e Strategia ‘Farm to fork’ che caratterizzeranno le politiche dell’Unione europea in materia di biodiversità e di alimentazione fino al 2030, passaggio fondamentale e potenzialmente rivoluzionario che, se pienamente applicato, potrebbe finalmente fermare il grave declino della biodiversità nel continente europeo”.