Solo due sfilate l’anno e pieno rispetto della stagionalità: nuovi sostenitori alla linea Armani
Il Council of Fashion Designers of America (Cfda) diretto da Tom Ford, al quale sono affiliati oltre 450 stilisti statunitensi, e il British Fashion Council (Bfc) hanno espresso la loro visione del futuro della moda allineandosi ai pareri di chi ritiene necessaria una radicale rivoluzione per tutto il comparto.
“Siamo uniti – si legge nel comunicato – nella salda convinzione che il sistema moda debba cambiare a tutti i livelli. Questi cambiamenti sarebbero stati necessari da tempo e le ricadute dovute al Coronavirus ci hanno spinti a dare priorità al processo di rielaborazione del nostro settore.
Incoraggiamo i nostri marchi, designer e retailer, abituati all’implacabile velocità della moda, a rallentare. Per molto tempo ci sono state troppe consegne e troppe produzioni. Dato l’ammontare di inventario accatastato, stilisti e negozianti devono pensare al ciclo delle collezioni ed essere strategici sui prodotti e le tempistiche di vendita.
C’è una chiara disconnessione tra quando la merce arriva nei negozi e il momento in cui i consumatori ne hanno davvero bisogno. Raccomandiamo fortemente agli stilisti – è la conclusione – di concentrarsi su non più di due collezioni principali l’anno”.
La riflessione delle due associazioni sembrano proprio discendere da quanto scritto da Giorgio Armani nella famosa lettera aperta alla più prestigiosa rivista internazionale: WWD. L’invito a rallentare e tornare all’autenticità della moda era stato subito condiviso da una pattuglia di designer e addetti ai lavori riuniti da Dries Van Noten. In poche parole: basta sfilate per precollezioni o linee cruise, che si possono tranquillamente presentare in showroom, evitando così di far muovere addetti ai lavori in giro per il mondo.
Le sfilate è meglio concentrarle nelle settimane a loro dedicate. Stesso discorso per il prodotto: creare un capo di alta qualità e con un alto contenuto creativo aumenterà la durata delle merci sugli scaffali e farà crescere il rispetto dei consumatori, anche nell’ottica della sostenibilità.