È la prima maison che si schiera per mantenere la serrata cadenza delle collezioni pre-pandemia .
Ci sono anche voci discordanti nel coro dei grandi della moda che, dopo il primo appello lanciato da Giorgio Armani, sta sostenendo la necessità di cambiare i tempi ed i ritmi del fashion per avvicinarlo di più alla stagionalità e esaltarne la creatività meno effimera. Dissonante suona la comunicazione di Chanel che, indifferente alla scossa provocata dalla pandemia, è intenzionata a confermare tutta la sua strategia.
Bruno Pavlovsky, presidente delle attività legate al segmento moda della maison, è fermamente ancorato alle proprie tradizioni e conferma l’agenda canonica che comprende sei sfilate all’anno tra prêt-à-porter, pre-collezioni e couture. «Non so – ha dichiarato Pavlovsky – se il numero giusto sia due o sei, dipende dal marchio. Siamo piuttosto in vantaggio nel calcolo del nostro impatto ambientale, di volta in volta stiamo facendo molto progressi nel nostro approccio. Crediamo sia importante allestire queste sfilate, abbiamo ancora bisogno di avere la libertà creativa per esprimerci in ogni momento. Il défilé rappresenta l’inizio della storia. Il ritmo è scandito dall’abilità nel consegnare merce nuova nelle boutique ogni due mesi e siamo a nostro agio con questo cadenza».
Il presidente conferma la presenza di Chanel alla “Paris fashion week” prendendo le distanze da chi, come Saint Laurent, ha scelto di sperimentare in autonomia nuovi approcci. Pavlovsky sottolinea inoltre il suolo strategico degli appuntamenti d’anteprima Cruise e Métiers D’Art in quanto espressione di “una relazione molto privilegiata tra il marchio e le persone che lo circondano”.
A riprova di ciò, Chanel ha già svelato online la collezione cruise 2021 sulle proprie piattaforme digitali. La sfilata si sarebbe dovuta svolgere il 7 maggio scorso a Capri, ma l’appuntamento era stato annullato a causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19.