Una causa congiunta fa scalpore negli USA: Valentino e Amazon insieme per ‘difendere una scarpa’
Valentino e Amazon hanno unito le loro forze con l’obiettivo comune di interrompere l’attività di contraffazione messa in atto da Kaitlyn Pan Group, una società con sede a New York che attraverso il proprio portale vendeva calzature e accessori. Il ‘caso’ è stato scatenato dalla distribuzione di un paio di scarpe da donna, il modello Rockstud, scovato sul sito in una versione non originale. Come si legge nella dettagliata denuncia di 36 pagine che le due società hanno depositato presso un tribunale federale di Washington per la presunta violazione delle politiche di Amazon e dei diritti di proprietà intellettuale di Valentino, Kaitlyn Pan Group, nonostante le molte notifiche per infrazione e un ordine “cease and desist”, ha continuato a importare, distribuire, vendere e offrire prodotti contraffatti attraverso kaitlynpanshoes.com.
L’iniziativa legale è di rilievo per vari motivi: innanzitutto rappresenta per il colosso dell’e-commerce la prima causa di questo tipo portata avanti insieme un marchio. Ed anche per un marchio ‘planetario’ come Valentino è la prima volta che si registra una discesa in campo al fianco di una piattaforma online.
“Violando palesemente e volontariamente la proprietà intellettuale di Valentino – si legge nella denuncia – ancora oggi delle simil Rockstud si possono vedere in vendita a 109 dollari sul sito chiamate semplicemente sandalo in pelle con tacco alto e punta chiusa”.
Anche questo importante episodio dimostra come la lotta alla contraffazione nel comparto moda si faccia sempre più serrata e veda vari gruppi italiani in primissima linea. Il gruppo Prada ha istituito un dipartimento interno dedicato e specializzato in Proprietà Intellettuale. La divisione si occupa della registrazione di marchi, design, brevetti e nomi a dominio. Adotta misure preventive e difensive a livello mondiale, online e offline, a tutela di propri diritti.
Anche il Gruppo Tod’s ha strutturato ed attivato un programma di anti-contraffazione online nel corso del 2019 ha portato alla rimozione di circa 1.000 siti internet abusivi, 16.800 aste abusive e 13.600 pagine social, mentre sono 7 i nomi a dominio recuperati.