Nelle vigne la qualità e le quantità sono buone e c’è anche qualche segno di ripresa dei consumi
Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, quella 2020: «Sarà una buona vendemmia, con punte di eccellenza sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Fare previsioni generiche sull’andamento della vendemmia è sempre più difficile per via dei cambiamenti climatici che, nell’arco di pochi chilometri, generano delle diversità inimmaginabili e da questo momento in poi il fattore clima sarà cruciale per determinare la qualità dell’annata. Ma il Made in Italy conta poi una componente importante che è affidata all’enologo che, attraverso accorgimenti scientifici e professionali, può mitigare quelli che sono gli estremi climatici».
A sfumare l’ottimismo del presidente di Assoenologi è però il quadro nazionale e internazionale dell’annata: «Restano i problemi legati ai mercati nazionali e internazionali dovuti alla pandemia. Sul fronte dei mercati è inutile nascondersi, le difficoltà ci sono state, ci sono e ci saranno. Però siamo fiduciosi, perché il piccolo ritorno alla normalità e alla vita è coinciso a un aumento del consumo di vino, al punto che nei mesi di giugno e luglio molte cantine hanno fatto registrare vendite superiori a quelle dello stesso periodo di un anno fa».
Cotarella avrebbe “gradito” qualche aiuto in più da parte del Governo, soprattutto per quanto riguarda la distillazione delle giacenze: «ma comprendo che occorre occuparsi di tutti i settori del Paese e gestirli tutti non è semplice. Non è la prima volta che il mondo del vino si trova a vivere situazioni difficili, penso ad esempio al dopo guerra e allo scandalo del metanolo, ma ogni volta il vino è riuscito a risalire la china e lo farà anche questa volta».
«La speranza – conclude l’enologo umbro – è che si punti sempre più su turismo, agroalimentare e quindi vino. La nostra terra, con i suoi frutti e le nostre bellezze paesaggistiche e artistiche, sono fermamente convinto che possa essere il principale traino dell’economia italiana».