La vera speranza ora è che, riuscendo oggi a fare i necessari sacrifici, le settimane di fine anno siano davvero di festa e che quello nuovo inizi nel segno di una rinnovata fiducia. Per festeggiare la novità è già pronta: il Prosecco Rosè che proprio a Capodanno vedrà stappate le prime bottiglie. Anche l’Europa ha dato il suo via libera approvando una modifica ordinaria al disciplinare di produzione e nelle cantine ci sono già 14 milioni di bottiglie pronte. Il problema è rappresentato dalla pandemia che ostacola tutte le fasi di rifornimento dei distributopri e quindi dei punti vendita in Italia e ancor più all’estero.
Eppure l’attesa è tanta. Perché il rosè è diventato la bandiera del rinnovamento di tutto il Prosecco. Certo, già era il vino italiano più esportato al mondo con un valore delle vendite di 533 milioni di euro nei primi sette mesi del 2020 e un potenziale di circa 600 milioni di bottiglie prodotte annualmente. Ma questi straordinari numeri, oltre che un successo, sono anche una sorta di ‘condanna’per il Prosecco. Le leggi di un mercato così esteso, infatti, sono diverse da quelle dei prodotti ‘di nicchia’ o comunque destinati ad un pubblico di appassionati esperti, sofisticati, amanti del particolare e del dettaglio. Quando un prodotto è così diffuso e si rivolge ad un pubblico così ampio è necessario mantenerlo sempre vivo, trovare sempre una ‘chiave’ per alimentarne l’immagine. Ed il rosè è proprio questo: una nuova offerta che vuole catturare un nuovo mercato. Già dicono che saranno le consumatrici quelle che decreteranno il successo delle bollicine rosa.
Di mezzo però c’è la pandemia e tutti i disastri che sta creando in Europa, oltre che nel nostro Paese. Secondo le stime più allarmistiche diffuse dagli operatori della ristorazione, le vendite di cibi e bevande sono state praticamente dimezzate in Italia: bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie hanno perso oltre 9 miliardi e messo in crisi una catena imprenditoriale che coinvolge circa 330mila tra bar, mense e ristoranti, 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro.
E se queste sono le stime del primo semestre dell’anno, abbiamo oggi davti un novembre che si preannuncia altrettanto pesante e che richiederà nuovi e drastici sacrifici se si vuole scongiurare che anche le festività di fine anno siano travolte da un piccolo, ma odioso e subdolo virus. Dobbiamo tutti avere il coraggio di stringere i denti oggi nella speranza che domani si possano allentare i freni e cominciare l’anno nuovo con una nuova speranza. Ecco, questo si propone di essere il Prosecco Rosè, il segnale che con il sacrificio, il lavoro, l’impegno collettivo di ciascuno si possa dare un nuovo colore al domani di tutti.