Non sono Ogm, ma il mondo ambientalista è comunque contrario a tecniche genetiche in agricoltura
Contrariamente a quanto deciso dalla Commissione Agricoltura del Senato, che aveva votato favorevolmente a dicembre, quella della Camera ha espresso un parere contrario ai quattro decreti che intendono permettere la sperimentazione in campo di varietà di sementi e materiale di moltiplicazione ottenuti con le “nuove tecniche di miglioramento genetico”.
Le NBT non sono Ogm, che in Italia sono vietati dal 2013: sono sistemi che usano tecniche di cisgenesi e genome editing. In sostanza, nelle piante non si agisce su una alterazione inserendo genomi estranei come avviene negli Ogm, ma si interviene cambiando alcune lettere del Dna già presenti in modo da migliorare il prodotto.
Oltre alla Ministra Teresa Bellanova ed esponenti di Confagricoltura, diversi attori del mondo della ricerca si sono detti interessati alla sperimentazione di queste nuove tecniche di miglioramento delle produzioni, mentre una ventina tra associazioni ambientaliste e organizzazioni di produttori biologici chiedono che gli NBT vengano a tutti gli effetti comparati agli Ogm e quindi vietati.
Il voto in Commissione alla Camera va in questa direzione (fors’anche come voto contrario alla dimissionaria Ministra).
Soddisfazione da parte delle sigle ambientaliste e del mondo bio, da Greenpeace a Legambiente e Wwf passando per Slow Food: “accogliamo con grande soddisfazione – scrivono in una nota – i pareri condizionati votati ieri dalla commissione Agricoltura della Camera sui decreti del Ministero dell’agricoltura, che tentavano di forzare un’apertura illegittima agli Ogm “vecchi” e “nuovi” e di negare la possibilità per gli agricoltori di svolgere attività quali il reimpiego delle sementi o lo scambio di parte del raccolto come sementi o materiale di moltiplicazione. Ci impegniamo a monitorare le decisioni del Mipaaf, affinché sia rispettata la volontà democratica espressa alla Camera”.