Due mostre per raccontare il passato meno noto e il nuovo rinascimento della moda d’oltreoceano .
“American Independence”: questo il tema sull’invito del prossimo gala del Met, la festa che ogni anno celebra il “Costume Institute” e che per New York rappresenta nel mondo della moda l’equivalente degli Oscar.
Solitamente collocato al primo lunedì del mese di maggio, dopo i rinvi causati dalla pandemia, quest’anno l’appuntamento si terrà il 13 settembre, a cinque giorni dall’inaugurazione delle due mostre “In America” ispirate alla moda a stelle e strisce.
Quest’anno il “Costume Institute” celebrerà il suo 75/o anniversario ed il direttore del museo Max Hollein ha annunciato la presenza di un straordinario parterre di ospiti, tra i quali, ad esempio, Amanda Gorman, la famosa poetessa dell’insediamento di Joe Biden.
Sono stati resi noti anche alcuni dettagli della prima mostra “In America”, organizzata per assomigliare a una casa con stanze che rifletteranno un nuovo ‘vocabolario’ più in linea con i tempi che stiamo vivendo e i temi della giustizia sociale e dell’inclusione. Instagram sarà sponsor della serata e delle mostre.
Il curatore delle mostre, Andrew Bolton, ha voluto sottolineare che la moda americana è stata fin qui descritta in termini di semplicità, praticità e funzionalità mentre gli aspetti più emotivi sembravano monopolio degli europei. Oggi la creatività d’oltreoceano sta invece attraversando un nuovo rinascimento e la prima mostra cercherà appunto di ristabilire un lessico basato sulle qualità emotive dei capi didesegnati da giovani stilisti emergenti.
La seconda mostra allestita come “vignette su un set cinematografico” presenterà storie poco note riscoperte tra i 30 mila capi della collezione del museo. Come quella di Anne Lowe, la stilista di colore ammirata da Christian Dior che nel 1953 disegnò l’abito da sposa di Jackie Kennedy oppure quello creato sei anni prima da Norman Hartnell per la Regina Elisabetta.