Lo sparkling veneto è il più imbottigliato, ma lungo tutta la penisola sono numerose le varietà .
Poco più di 750 milioni di bottiglie di cui 600 milioni a denominazione di origine, con il Prosecco Doc che domina, dall’alto del suo 56% degli imbottigliamenti, ma anche con una varietà infinita di produzioni che superano abbondantemente la tradizionale linea produttiva del Po.
Sul Corriere Vinicolo, la testata di settore di Unione italiana vini (Uiv) sono pubblicati tutti i ‘numeri’ delle bollicine italiane. Un “Dossier spumanti” che al netto del fenomeno Prosecco registra un’effervescenza produttiva unica nel panorama mondiale degli sparkling, con l’80% delle denominazioni che non superano i 2.000 ettolitri di imbottigliato annuo, cioè nemmeno di 270 mila bottiglie ciascuna.
Micro-produzioni espressione dell’enorme varietà di vitigni e della ‘febbre da spumante’ che ha contagiato il Made in Italy in vigna e sugli scaffali, con una propensione all’export per oltre il 70%.
Addentrandosi nello specifico sui numeri dal Dossier si ricava che gli imbottigliamenti di vino spumante in Italia sono ammontati nel 2020 a 5,6 milioni di ettolitri, pari a 750,6 milioni di bottiglie da 0,75. A questo numero si arriva sommando 438 milioni di bottiglie di spumante Doc (58%), di cui 417 milioni di Prosecco Doc, 182 milioni di Docg (24%), 6 milioni di Igt (1%) e il resto di varietali e comuni, questi ultimi, in quanto fuori dai circuiti di certificazione, frutto di una stima che li colloca attorno ai 107 milioni di pezzi.
A livello di territorio, e restringendo l’analisi ai prodotti DopIgp-varietali, il più grande bacino produttivo è ovviamente il Veneto: qui, precisa il Corriere Vinicolo, non si parla di ubicazione territoriale del produttore, ma di origine territoriale del vino, per cui è più corretto dire che gli spumanti veneti, 3,9 milioni di ettolitri pari a 528 milioni di bottiglie, sono quelli più prodotti, con una quota dell’82% del totale. Seguono gli spumanti piemontesi (69 milioni di pezzi, l’11% del totale) e quelli lombardi, con una quota del 3%, equivalente a 21,3 milioni di bottiglie. Sopra l’1% di quota altre due regioni: Trentino (12 milioni) ed Emilia-Romagna (8,8 milioni).