?Non si tratta solo di una crisi delle vendite ma della prospettiva ‘filosofica’ della moda uomo
Per molti anni ha tradizionalmente risolto il problema di cosa regalare ad uomo per il suo compleanno, ma ora la cravatta vive una crisi profonda e non temporanea. Questo accessorio della moda paga infatti non solo la crisi dettata dalla pandemia, ma soprattutto il cambio di paradigma dell’eleganza maschile.
Il tracollo delle vendite è stato del -50% nel solo anno solare 2020; tanto l’import quanto l’export hanno visto il giro economico assottigliarsi del -42%; l’inizio timido del 2021 è stato timido e, pur in previsione delle riaperture e dei ritorni di matrimoni e cerimonie di nozze, gli esperti valutano su base annuale che le perdite saranno calcolabili in un -35,4%.
La lunga scia che si trascina da già prima della pandemia è solo la punta di un iceberg: se è vero che i lockdown hanno portato alla cancellazione di quasi tutte le cerimonie nella quali per l’uomo una volta era ‘d’obbligo’ la cravatta, è anche vero che la cravatta classica, così come l’abito classico, rischia di essere travolta dalle innovazioni della moda giovanile che portato il look sportivo sulle passerelle di tutto il mondo.
Si aggiunga che lo smart working, e comunque il più lungo permanere in casa, ha abituato gli uomini ad un modo di vestire più comodo, affatto formale e ‘senza cravatta’.
?Silvio Tombolini, direttore marketing e commerciale di “Tombolini”, è sicuro che per sopravvivere la cravatta da giorno dovrà essere sempre più leggera e destrutturata, rinnovata. Gli fa eco Filippo Ricci, direttore creativo della “Stefano Ricci”, convinto che la cravatta è e sarà sempre un ‘acquisto emozionale’, ma anche che non potrà più essere il classico di una volta.
Insomma, l’innovazione creativa dovrà essere la strada per ridare centralità a questo un accessorio: magari rincorrendo il nuovo modo di guardare a quell’immagine di ‘uomo’ che il mondo giovanile sta rileggendo.