Dagli acquisti online alle sfilate ‘haute couture’, il confine ‘uomo-donna’ è sempre più sfumato

L’ultimo report redatto da Lyst, il motore di ricerca dedicato al mondo della moda fondato da Christ Morton e relativo al secondo trimestre del 2021, mostra come sia cresciuta del +46% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno la ricerca di capi agender.
Analizzando il comportamento dei consumatori sulla piattaforma, usata da oltre 150 milioni di persone all’anno per acquisti su 17mila brand e negozi, è emerso che al sesto posto tra i prodotti maschili figura la Baguette di Fendi, la borsetta resa famosa da alcune scene serie tv “Sex & The City”, ora proposta anche per uomo. Ed al numero dieci, si colloca la gonna a pieghe di Thom Browne, capo senza dubbio originariamente legato al guardaroba femminile.
La top 10 dei brand vede, per il quarto trimestre consecutivo, al primo posto Gucci la cui direzione creativa, con l’arrivo di Alessandro Michele, ha certamente reso meno netto il confine di genere di alcune categorie merceologiche. La diffusione della moda agender è spinta soprattutto dalla Generazione Z e in generale dalle ultime generazioni, che sono maggiormente interessate alle collezioni agender.
Inattesamente, quasi a dimostrare che il superamento del genere nelle moda coinvolge tutti i settori, anche la sfilata d’alta moda di Valentino all’Arsenale di Venezia “Haute Couture Valentino Des Atelier”, ha lanciato un inequivocabile messaggio agender.

Pierpaolo Piccioli
direttore creativo
Valentino

Quando a gennaio ho messo sulla passerella dell’Alta Moda uomini e donne insieme, senza definirli, ma costruendo un guardaroba interscambiabile, volevo raccontare un mondo fatto di persone in quanto tali, senza genere o sesso a distinguerle.
Oggi faccio sfilare ancora una volta uomini e donne per consegnare una fotografia di quello che potrebbe essere il mondo. Se prima era solo una speranza, adesso può diventare davvero realtà.
È vergognoso che in Italia ancora non passi il ddl Zan. Vedere in passerella uomini e donne che indossano gli stessi vestiti è molto più forte che parlare ancora di parità o discutere se sia necessaria o meno una legge contro l’omotransfobia.