?Dal 2022 niente più confezioni in plastica e anche le etichette dovranno rispettare l’ambiente .
Un anno e mezzo fa, era il febbraio del 2020, veniva approvata in Francia una legge contro lo spreco alimentare ed a favore di una economia circolare per preservare le risorse naturali e la biodiversità. Nello specifico, il Parlamento francese si è posto alcuni obiettivi, tra i quali l’eliminazione della plastica usa e getta, l’aumento del riciclo dei cibi, il divieto di prodotti che abbiano una obsolescenza programmata, una migliore informazione per i consumatori. Tra l’altro, un articolo che dapprima non aveva destato particolare attenzione è quello che vieta dal primo gennaio 2022 l’apposizione su frutta e verdura di adesivi non compostabili in casa.
Si tratta di quelle, di solito piccole, etichette che troviamo incollate direttamente sulla buccia della frutta e di alcune verdure: portano il marchio del prodotto ma anche un’utile, quanto sconosciuta, informazione, cioèil codice PLU. Quattro numeri individuano l’esatta tipologia del prodotto che stiamo acquistando e ne attestano il metodo di coltivazione tradizionale, anche con l’utilizzo della chimica. Se i quattro numeri sono preceduti da un ‘8’, significa che il prodotto è Ogm (ma non tutti concordano sulla veridicità di questa interpretazione); se è invece anteposto il numero ‘9’ il prodotto viene da una coltivazione biologica.
Ebbene, in Francia queste etichette dovranno essere, dal 2022, assolutamente compostabili in casa.
La medesima legislazione vieta in generale per tutto l’agroalimentare gli imballaggi in plastica: l’industria agroalimentare dovrà quindi trovare soluzioni più compatibili con l’ambiente e di tempo per adeguarsi ora ne resta abbastanza poco, visto che, a causa della pandemia, c’è stata fin qui poca attenzione.
Ad accendere i riflettori sulla situazione che verrà a crearsi, il ‘caso’ dei pompelmi e delle patate dolci che arrivano in Francia dagli Stati Uniti. Un commercio da una trentina di milioni all’anno: tutto preparato con etichette non compostabili!
Ma anche i produttori e gli importatori europei, e gli stessi francesi, di frutta e verdura dovranno fare i conti con questo divieto e con quello sugli imballaggi in plastica.