La federazione Moda di Confartigianato chiede controlli più severi per combattere il lavoro nero
Pugno di ferro contro lo sfruttamento dei lavoratori e controlli per una filiera etica dell’abbigliamento: è quanto chiede con fermezza Giuliano Secco, presidente della Federazione Moda di Confartigianato Imprese Veneto.
«Le regole ci sono – sottolinea Secco – e servirebbero più controlli, altrimenti ne risente anche il mercato, drogato da prezzi al ribasso. Il Sistema Moda Veneto e italiano deve approfittare per affrontare e sciogliere i nodi che sono giunti al pettine a causa della pandemia: complessità nel far viaggiare le merci, carenza di materie prime, semilavorati ed accessori, crescita della digitalizzazione e della attenzione alla sostenibilità. E c’è un modo solo: aprire un focus sulle problematiche di gestione del personale rispetto allo sfruttamento del lavoro».
Quello dell’abbigliamento è un settore importante per il Veneto, ma c’è il timore che la concorrenza al ribasso sui prezzi di produzione da parte dei grossi brand non faccia altro che penalizzare i lavoratori e le aziende rispettose dei loro diritti. «Le 5mila imprese artigiane venete del comparto e i loro 23mila addetti – prosegue Secco – sono da tempo la ‘fabbrica del lusso’ del mondo. Non a caso gira nell’ambiente la battuta che, dietro le quinte delle grandi sfilate mondiali si parli in veneto».
?In questa lotta all’illegalità nei rapporti aziendali, il presidente Secco lancia una proposta precisa: «le organizzazioni datoriali, industriali e artigiane, si impegnino a siglare e promuovere protocolli di filiera che garantiscano una produzione sostenibile a 360 gradi, nel pieno rispetto della legge, dei diritti dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente. Inoltre serve codificare comportamenti etici e codici di autodisciplina che, insieme a un buon sistema normativo attivo, trasformino il concetto di libero mercato in mercato libero. Sono certo che la Regione Veneto sarà disponibile a patrocinare e supportare iniziative di questo tipo, come sono certo che si renderà promotrice di bandi a misura di piccola impresa per finanziare gli investimenti per intercettare le opportunità dei processi di digitalizzazione e di sostenibilità ambientale richiamati nel Pnrr».