Appena tre italiani su dieci scelgono i prodotti agroalimentari badando all’ambiente e all’etica
Questa volta sono i numeri a smentire l’opinione che da più parti si veicolava per far apparire i consumatori più coscienziosi e attenti di quanto in realtà non siano. I numeri sono quelli della ricerca redatta dal Centro studi di Nomisma e presentata nel corso di un evento online dedicato al contributo della filiera agroalimentare “Verso Cop26”, rispetto agli obiettivi di neutralità climatica.
In estrema sintesi, soltanto metà degli italiani pensa alla sostenibilità quando acquista prodotti alimentari e comunque meno del 50% è disposto a pagare qualcosa in più pur di avere un prodotto di qualità e allo stesso tempo sostenibile.
Stando alla ricerca, la sensibilità sui temi ambientali è diffusa solo a parole: in astratto risulterebbe “molto elevata”, se sette italiani su dieci sono convinti di poter fare molto per l’ambiente.
Ma quando si scende ai comportamenti concreti, solo il 52% degli italiani adotta con regolarità comportamenti di acquisto sostenibili, e solo il 46% è disposto a pagare qualcosa di più per comprare un prodotto alimentare più verde.A guidare le scelte alimentari dei cittadini italiani è soprattutto la convenienza (per il 41%), l’italianità dei prodotti (per il 40%), e soltanto alla fine arriva la sostenibilità (per il 32%).
In pratica il tema del rispetto dell’ambiente viene guardato con attenzione solo per quanto riguarda l’imballaggio: il 57% dei consumatori dichiara di aver comprato nel 2021 prodotti di una marca diversa da quella abituale per via di un packaging più rispettoso dell’ambiente. In base ai risultati della ricerca di Nomisma, per il 33% dei consumatori del nostro Paese un prodotto è sostenibile proprio per il tipo di confezionamento. Un altro terzo guarda al metodo di produzione e un misero 9% si preoccupa degli aspetti etici e sociali del produzione agroalimentare.