Filiera Italia scrive ai Ministeri perché sollecitino l’Europa ad avviare una indagine antitrust
C’è un fattore che rischia di mettere in crisi il commercio mondiale e frenare la crescita delle esportazioni che sono così vitali per l’economia italiana, che proprio grazie all’export sta segnando un forte rimbalzo post-pandemico. Come la Gran Bretagna della Brexit rischia di restare a secco per la mancanza di camionisti (che per la maggior parte erano dell’Europa dell’est), ad influire sulla frenata degli scambi commerciali potrebbe essere l’aumento del costo dei noli dei container arrivato a superare i 13 mila dollari, cioè tre o quattro volte di più del loro prezzo standard.
L’allarme è stato lanciato dalla Fondazione Filiera Italia che ha scritto una lettera ai Ministeri interessati: agricoltura, sviluppo economico e esteri. Non solo una denuncia per l’incremento esponenziale del costo dei trasporti, ma anche una precisa richiesta di attivazione di un’indagine antitrust in Europa nei confronti delle compagnie mondiali di navi portacontainer.
Ovviamente, il più colpito è il comparto alimentare visto che le merci agroalimentari sono più rapidamente deperibili: “la scarsa disponibilità dei container, alcune pratiche degli operatori come il ‘blank sailing’ (quando cioè una nave cancella un approdo previsto e quindi in carico/scarico delle merci) e le cancellazioni senza preavviso delle spedizioni che penalizzano fortemente l’export italiano” si legge nel documento.
Secondo Filiera Italia “è in atto un comportamento fortemente speculativo e ingiustificato da parte delle principali compagnie di navigazione responsabili del commercio mondiale di container“.
Bisogna ricordare che a livello mondiale, quello dei trasporti marittimi è un settore ad alta concentrazione, con i primi tre operatori che da soli detengono il 45,3% del mercato, mentre i primi dieci gestiscono otre l’80% dei volumi.
L’aumento dei prezzi dei noli è stato costante nelle ultime 22 settimane e solo verso la fine di settembre pare essersi fermato comunque rimanendo mediamente pari al triplo rispetto alla quotazione media degli ultimi cinque anni.