Settecento tonnellate di pellet in arrivo dall’Est europeo senza la certificazione di sicurezza .
Con l’approssimarsi della stagione invernale si è intensificata da parte della Guardia di Finanza l’azione di monitoraggio degli annunci di vendita online del pellet di legno, in particolare, di quello sfuso che, in assenza di un involucro commerciale ben definito, si presta maggiormente alle frodi commerciali attraverso l’utilizzo improprio del marchio di qualità ENplus®.
In questo quadro, sono state sottoposte a sequestro oltre 85 tonnellate di combustibile di produzione estera presso due distinti operatori economici attivi nella provincia di Treviso. Analoghe operazioni di perquisizione e sequestro sono state condotte nei confronti di una società operante nella provincia di Vicenza che aveva la disponibilità di una grande sito di stoccaggio dove immagazzinava pellet sfuso completamente sprovvisto della relativa certificazione. L’impresa non risultava nemmeno annoverata tra quelle produttrici o distributrici certificate dall’Associazione Italiana Energie Agroforestali, licenziataria del marchio ENplus® per l’Italia: il sequestro ha riguardato addirittura 197 tonnellate di pellet non certificato Enplus®.
Queste più recenti operazioni, come comunica la Guardia di Finanza, vanno ad associarsi a quelle condotte dal Comando Provinciale di Padova, ancora nello scorso mese di giugno, che avevano individuato in Veneto una serie di operatori economici e che avevano portato al sequestro oltre 350 tonnellate di prodotto.
Assommando anche quanto sequestrato in analoghe operazione a Rieti, Terni ed Ancona, la Guardia di Finanza ha impedito che il mercato fosse invasa da 700 tonnellate di combustibile proposto come ecologico ed invece non sicuro per i consumatori. Una importante difesa quindi non solo per la sicurezza dei cittadini, ma anche a tutela delle imprese operanti nella legalità che vedono i loro diritti violati da questi pericolosi fenomeni distorsivi della concorrenza.