Salvaguardia dell’artigianato e ritorno in Italia delle produzioni nel futuro del Made in Italy .
Il Milano Fashion Global Summit (Mfgs), l’evento che viene organizzato da Class Editori in partnership con Cnmi-Camera nazionale della moda italiana e Intesa Sanpaolo, quest’anno ha festeggiato la sua 20esima edizione focalizzandosi sugli scenari del nuovo decennio, i cosiddetti nuovi ‘Venti ruggenti’, gli anni della ripresa e dello sviluppo dell’economia internazionale e, in particolare, italiana.
Un tema che è stato sottolineato fin dalla cerimonia inaugurale da Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana che ha presentato alcuni numeri importanti sull’andamento del primo di questi ‘anni ruggenti’. «Abbiamo recuperato – ha detto Capasa – due terzi di quello che abbiamo perso a causa del Covid, oltre 16 miliardi dei 24 perduti, ossia quasi tutto l’export. E nel 2022 contiamo di recuperare gli stessi numeri del 2019. Tutta la parte social è stata importantissima: tornando a sfilare dal vivo la gente è stata più interessata a guardare gli show in streaming. Abbiamo avuto oltre 56 milioni di utenti nelle nostre live room e oltre 180 milioni di utenti sono stati raggiunti sui social, creando un earned media value di 81 milioni di euro, in crescita del 188%».
Parlando di quanto sta accadendo nel modo della moda Made in Italy, Capasa ha sottolineato un fenomeno di assoluto interesee: «alcuni grandi del settore acquistano anche solo quote minoritarie di piccoli per tutelarne la continuità: è prioritario non perdere gli artigiani, che sono alla base del nostro successo nel mondo. Non a caso abbiamo siglato da poco un patto col Ministero del lavoro, ‘Il lavoro buono‘».
Sul lato industriale, invece, «vediamo l’aumento dei prezzi dell’energia e il problema di carenza di materie prime: qualche rincaro ci sarà – conclude Capasa – ma dobbiamo essere bravi come sistema per mantenere un livello di competitività nel mondo, in un momento in cui c’è anche un ritorno di produzione in Italia».