Confindustria indica agli studenti delle scuole di moda le tendenze per il futuro occupazionale .
Confindustria moda, la Federazione italiana che riunisce le sette associazioni che rappresentano i settori del tessile, moda e accessorio, ha lanciato la prima edizione dell’evento online del “Fashion talent days”, nella seconda settimana di novembre, nel corso del quale verranno illustrate le oltre 40 nuove figure professionali di cui il settore avrà sempre più bisogno nei prossimi anni.
Si va dalle figure più tradizionali (addetti alla cucitura o alla pianificazione della produzione, disegnatori tecnici, meccanici di tessitura, orafi al banco, textile designer) a quelle legate al mondo digitale: e-commerce manager, digital analyst, supply data manager. In ascesa, inoltre, professioni più “verticali” sui temi legati all’ambiente, come i manager per la sostenibilità ambientale e i product life-cycle manager.
L’iniziativa è promossa e organizzata dal nuovo comitato Education dell’ente, che ha fra i suoi scopi il miglioramento dell’interazione tra aziende, scuole e centri di formazione, in collaborazione con Umana, agenzia per il lavoro che conta 140 filiali sul territorio nazionale e circa 30mila persone inserite ogni giorno. Al “Fashion talent days” hanno aderito dieci aziende leader del segmento industriale, fra le quali: Cartier, Otb, Inticom, Herno, Ermenegildo Zegna, Missoni, Loro Piana, Ratti e Saati.
L’evento offre la possibilità a ogni impresa di presentarsi ai potenziali candidati, illustrando quelle che sono le figure di cui è in cerca e che assumerà nel prossimo futuro. Protagonisti al tempo stesso gli Its delle città di Biella, Padova, Varese, Torino, Pescara, Napoli, Como, Vicenza, Verona, Brescia e Firenze.
«La forte trasformazione e l’ampio ricambio generazionale a cui il nostro settore sta andando incontro – mette in luce Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria moda – impongono di focalizzare gli sforzi sul tema della formazione e della ricerca di talenti. Un’analisi di Confindustria moda prima dell’arrivo della pandemia aveva stimato un fabbisogno di 48 mila nuovi posti di lavoro entro il 2023, per questo è fondamentale riuscire a colmare il mismatch che oggi persiste fra il sistema formativo e la domanda del mondo del lavoro».