La comparazione di dati veneti dice che l’uso degli agrofarmaci non aumenti il numero di decessi
Sebbene il Veneto sia la prima in Italia per vigneti e per l’uso di agrofarmaci, le statistiche sanitarie su scala provinciale non permettono di individuare alcuna correlazione tra i dati sulla mortalità tumorale e le pratiche viticole e fitosanitarie.
Una specifica comparazione in materia è stata pubblicata da “AgroNotizie”, rivista online specializzata di Image Line. Stando ai dati ufficiali Istat rilevati nel 2019, il Veneto è la prima regione in Italia per quanto riguardo l’uso di prodotti fitosanitari, con un totale impiegato di 18.420 tonnellate pari al 16,5% del totale di 111mila complessive utilizzate a livello nazionale.
I dati oncologici sono stati ricavati da “Health for All” di Istat, il sistema informativo territoriale su sanità e salute: le prime province venete per mortalità tumorale sono Belluno, Rovigo e Venezia. Poi, più staccate, Padova, Verona, Treviso e Vicenza.
Secondo i dati Avepa 2016, in testa quanto a vigneti si posiziona Treviso, con 32.065 ettari, seguita da Verona con 27.630 ettari. Sul terzo gradino del podio Vicenza, già molto staccata con 7.233 ettari, poi Venezia con 6.866 ettari e infine Padova con 5.874 ettari. Del tutto trascurabili Rovigo e Belluno, le quali conterebbero rispettivamente su 215 e 98 ettari a vite.
Delle 18.420 tonnellate di agrofarmaci impiegate in Veneto, Verona ne utilizza poco più di 7.687 (41,7%), seguita da Treviso con circa 5.210 (28,3%), poi Vicenza con 2.487 (13,5%), Venezia con 1.113 (6%), Rovigo con 988 (5,4%), Padova con 923 (5%) e solo ultima Belluno con 10,6 tonnellate (0,1%).
Inaspettatamente, secondo quella che era una opinione diffusa, i trend di mortalità oncologica in Veneto sembrano essere inversamente correlati alle superfici a vigneto e agli usi di agrofarmaci: le prime due province per mortalità tumorale sono, infatti, l’ultima e la penultima quanto a ettari a vite, nonché l’ultima e la terzultima per agrofarmaci impiegati.