Il prezzo medio unitario dei prodotti Made in Italy è cresciuto di tre volte negli ultimi 25 anni
In un quarto di secolo, il valore medio delle esportazioni agroalimentari Made in Italy è passato da 0,65 euro a 1,88 euro al chilo. È quindi praticamente triplicato e questo grazie a due fattori concomitanti: da un lato la capacità della filiera di offrire un prodotto di qualità sempre più elevata, dall’altro le norme che si sono succedute ed hanno consentito di tutelare e valorizzare il vero prodotto italiano.
Questo il dato che emerge con più evidenza dal primo Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid presentato in occasione dell’inaugurazione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House – Ambrosetti, a Villa Miani a Roma.
Un trend che ha consentito all’Italia di recuperare spazi anche nei confronti di altri Paesi europei come dimostra in modo lampante il caso della produzione enoica. Il vino italiano ha raggiunto in 25 anni un valore medio di 3 euro al litro, con un incremento del 129%; nello stesso tempo la Francia ha visto scendere la propria produzione ad un valore medio di 4,2 euro in calo -15% e la Spagna è sì cresciuta, ma solo del +17% con un valore pari a 1,3 euro al litro.
Il valore creato dai produttori, sottolinea il rapporto Coldiretti/Censis, va però adeguatamente tutelato con opportuni strumenti regolatori che non consentano a chiunque di giocare con brand e confusione o competere slealmente senza regole, così come fa l’italian souding che è arrivato a fatturare oltre 100 miliardi di euro sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia.
«Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy – conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo».