Ma rispetto al 2019 i dati restano ancora negativi sia per la produzione sia per le esportazioni
“Pitti Bimbo”, la manifestazione alla Fortezza da Basso di Firenze quest’anno contemporaneamente a “Pitti Uomo”, è stata anche l’occasione colta dal Centro studi di Confindustria moda per presentare le stime preliminari sull’andamento del settore abbigliamento-intimo-accessori per ragazzi e ragazze fino ai 14 anni.
Dati confortanti, nettamente positivi rispetto al 2020, ma ancora inferiori al 2019: +14% sull’anno scorso, con un turnover che dovrebbe attestarsi poco oltre i 3 miliardi di euro, ma con un fatturato al -2,8% sul pre-pandemia.
Guardando alle performance oltreconfine, per la moda junior si stima un recupero medio annuo delle vendite estere corrispondente al +13,7%; il valore delle esportazioni di comparto dovrebbe, quindi, arrivare ai 1.251 milioni di euro, concorrendo al 41,5% del turnover settoriale. Per l’import va segnalato un cambio di passo: al calo del 2020, fa seguito una crescita del +6,8%, per un valore complessivo di quasi 1,9 miliardi in diminuzione del -10,2% rispetto al 2019.
Con questa dinamica prevista per i flussi commerciali in entrata e in uscita dall’Italia verrebbe a determinarsi un miglioramento del deficit commerciale di comparto, a -649 milioni di euro. Secondo le previsioni del Centro studi di Confindustria moda, i consumi nazionali farebbero registrare un rimbalzo nell’ordine del +16,1% rispetto al 2020, ma anche questo parametro è negativo se confrontato con il consuntivo di mercato 2019 attestandosi al -4,9%.
Circoscrivendo l’analisi dell’export al solo abbigliamento per neonati, secondo le rilevazioni Istat sulla base dei dati doganali la moda bébé nei primi nove mesi del 2021, ha messo a segno un incremento del +23,1%, portandosi a 113,6 milioni di euro.
Più in dettaglio, da gennaio a settembre 2021 la Spagna, come nel biennio precedente, si conferma il primo sbocco per la moda bébé, pur restando interessata da una contrazione pari al -5,2%; la Svizzera passata al secondo posto, cresce del +7%, dato che comprova l’ampio favore riservato dal mercato globale, verso cui verranno in gran parte redistribuiti i capi di moda bébé di origine italiana.