La Commissione contro il cancro ha l’obiettivo di ridurre del 10% il consumo di alcol in Europa .
Nessun ‘warning’ sulle etichette di vino: il Parlamento europeo ha approvato gli emendamenti redatti dall’eurodeputato italiano Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura, sulle proposte relative al consumo di vino contenute nella relazione della commissione contro il cancro.
I produttori italiani e le loro associazioni festeggiano lo scampato pericolo per il loro business da dieci miliardi l’anno. «Non è il consumo in sé a costituire un fattore di rischio per il cancro – sottolinea Paolo De Castro – Grazie al voto favorevole di quasi il 60% del Parlamento sono passati quattro emendamenti correttivi che rimettono a posto le cose, per cui è stata riconosciuta più appropriata la linea dell’approccio moderato, che evita ogni forma di estremismo. La lotta contro il cancro è una battaglia che appoggio, ma senza che si demonizzi il consumo responsabile di vino. Inoltre, è stato bocciato l’emendamento che pretendeva di aumentare la tassazione per scoraggiare il consumo di bevande alcoliche. Dal testo è stato cancellato ogni riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta, niente bollini neri o cose simili, tipo sigarette. È stato solo introdotto un invito a migliorare l’etichettatura delle bevande alcoliche, con l’inclusione di corrette informazioni al consumatore su un consumo moderato e responsabile di alcol. Vogliamo colpire ogni forma di abuso, non discriminare interi settori senza il supporto di evidenze scientifiche».
Dal canto suo, la Commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, era intervenuta in aula a Strasburgo specificando prima del voto: «Non c’è alcuna intenzione di prendere di mira una cultura gastronomica, il nostro lavoro è basato su dati scientifici. L’Europa ha il livello più elevato di consumo di alcol al mondo e l’alcol può causare diversi tipi di cancro. Ecco perché abbiamo incluso un chiaro obiettivo nel nostro piano per raggiungere una riduzione di almeno il 10% nel consumo di alcol, come sostenuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità».