I grandi marchi hanno deciso una presa di posizione molto forte contro l’invasione dell’Ucraina .
Il mondo della moda si mobilita contro l’invasione russa dell’Ucraina rispondendo all’appello lanciato dalla rivista Vogue Ucraina: “Mostrare la propria coscienza e scegliere l’umanità rispetto ai benefici monetari è l’unica posizione ragionevole che si può assumere nell’affrontare il comportamento violento della Russia”.
Già durante la Milano Fashion Week Giorgio Armani aveva sfilato senza musica dichiarando «voglio dare un segnale che non desideriamo festeggiare perché c’è qualcosa attorno a noi che ci disturba molto. Ho capito che volevo comunicare il battito del mio cuore per questi bambini colpiti dalla guerra».
In Russia hanno abbassato le serrande i punti vendita di Chanel, Louis Vuitton, Fendi, Dior, Gucci, Bottega Veneta, Balenciaga, Baume & Mercier, Buccellati, Azzedine Alaïa, Van Cleef & Arpels. Anche Cartier ed Hermès. Nike e Asos, hanno sospeso le esportazioni verso la Russia e bloccato le vendite online, come anche i marchi di H&M, Zara, Bershka, Pull&Bear.
Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda, è chiaro: «La nostra associazione si affida totalmente alle decisioni del governo italiano e alle scelte europee, che mi sembra coincidano in questa fase. E che rispettiamo alla lettera. Siamo dalla parte degli aggrediti ma anche dei russi che la pensano diversamente da Putin. Prima degli affari e di qualsiasi altra considerazione, il nostro pensiero va a chi soffre e a quello che si può fare per aiutare l’Ucraina: come Camera della moda, abbiamo aderito all’iniziativa di Unhcr per assistere i rifugiati e i brand associati hanno aderito con donazioni molto generose».
Come sottolinea il presidente della Cnmi, l’export della moda Made in Italy verso Russia e Ucraina è intorno al miliardo e mezzo di euro ai quali vanno aggiunti i 250 milioni circa degli acquisti in Italia da parte dei turisti.