Accaparramenti, rischio blocco dei tir e importazioni in crisi mettono in allarme i consumatori .
È una psicosi internazionale: l’Associazione spagnola dei distributori ha annunciato il limite di vendita di olio di girasole a causa di “comportamenti atipici dei consumatori che si sono verificati nelle ultime ore”. In effetti l’Ucraina è il Paese maggior produttore ed esportatore di girasoli garantendo ben oltre la metà delle forniture europee. L’invasione della Russia ha creato un effetto devastante per questa produzione e per quella del mais, altra coltivazione che alimentava l’export in Europa.
Da qui ai fenomeni di accaparramento che si sono verificati nel nostro Paese il passo è assai breve. A Sassari diversi punti vendita sono stati preswi d’assalto e letteralmente svuotati di beni di prima necessità e lunga conservazione. A Caserta i punti vendita di Coop.Fi ha deciso la vendita razionata di alcuni alimenti: non più di quattro pezzi ciascuna carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero.
Lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha provato dal vertice Ue di Bruxelles a tranquillizzare l’opinione pubblica affermando che «al momento non siamo ancora in una prospettiva di economia di guerra, ma occorre prepararsi. Una delle risposte che viene naturalmente data è che se questo dovesse perdurare o aggravarsi occorrerà importare da altri Paesi, Stati Uniti, Canada, Argentina. Bisogna essere reattivi a queste cose, non bisogna soggiacere all’angoscia e alla preoccupazione, e subire passivamente».
Ma questo non è bastato a spegnere le preoccupazioni che anzi hanno trovato nuovo incentivo nell’annuncio delle organizzazioni degli autotrasportatori del blocco dei tir dal 4 aprile. Il vertiginoso aumento del costo del gasolio e la scarsità del prodotto alle pompe rende quasi impossibile e poco conveniente il trasporto delle merci. Le trattative in corso hanno solo una quindicina di giorni per trovare una soluzione ad una paralisi del trasporto merci che rischia di mettere in difficoltà i punti vendita grandi e piccoli, soprattutto per la distribuzione del prodotto fresco.