A Vicenzaoro ha regnato l’ottimismo, unica preoccupazione per il prezzo dell’oro in forte ascesa
“Vicenzaoro 2022 – The Jewellery Boutique Show”, il salone internazionale del gioiello organizzato da IEG – Italian Exhibition Group, è tornata a segnare l’inizio della stagione della gioielleria tra la soddisfazione degli operatori del settore. In contemporanea si sono svolti anche “T.Gold”, il salone internazionale per i macchinari e le tecnologie avanzate per la progettazione e realizzazione del gioiello, e “VO’Clock Privé”, il nuovo salotto dell’orologeria contemporanea.
Per gli operatori, la Fiera è andata “molto meglio di quanto ci si aspettasse alla vigilia, in questo momento particolare di crisi sovrapposte, cioè di pandemia e guerra”. Complessivamente, l’Ente fiera Vicenza ha registrato un +24% di aumento nelle presenze rispetto a settembre: più di 1.000 brand espositori e 300 buyer, di cui il 53% dall’estero, da 127 nazioni, in particolare da Spagna (6,5% del totale), Germania (6,4%), Stati Uniti (6,3%), Grecia (5,3%), Francia (5,2%).
Il settore della gioielleria nel 2021 ha già recuperato le posizioni perse durante la pandemia. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi, il 2021 si è chiuso con un giro di affari stimato di quasi 8,8 miliardi di euro e sopratutto con una crescita di oltre il +54% sul 2020, che spinge l’indice al +11,9% anche rispetto al 2019. Le attese per il 2022 sono più che positive.
Tra gli operatori non c’è grande apprensione per gli effetti sul mercato che potrebbe avere l’invasione russa dell’Ucraina: le esportazioni verso la Russia infatti non raggiungono cifre importanti e si attestano attorno all’1,00%. Piuttosto a preoccupare sono i mancati acquisti che il turismo russo solitamente effettua nel nostro Paese.
C’è però il problema delle materie prime: il clima di guerra ha di nuovo spinto gli operatori finanziari a considerare l’oro un bene rifugio e questo ha provocato un violento innalzamento del costo della materia prima della gioielleria. Con il risultato che l’incertezza sulle quotazioni non permette di programmare a lungo termine e rischia di tagliare fuori dal mercato una fetta di compratori.