Già prima della guerra i costi di produzione erano in aumento e si riflettevano sui consumatori .
L’Ismea ha pubblicato le sue rilevazioni ufficiali sull’andamento dell’agroalimentare nel 2021 e desta particolare interesse, detto dell’export cresciuto del +11%, l’andamento sul fronte dei consumi interni.
Gli acquisti alimentari domestici hanno registrato nel 2021 una flessione in valore molto lieve (-0,3%), soprattutto in confronto con l’eccezionale annata precedente e la contemporanea riapertura dei canali horeca. La spesa di cibo e bevande si è attestata nel 2021 su un valore di circa 87,3 miliardi di euro, superiore del +7,5% rispetto al 2019, l’anno preCovid.
Tuttavia, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia è un fattore che grava pesantemente sia sul settore primario, sia sull’industria alimentare, sommandosi ai problemi collegati ai trasporti e alla logistica. L’incremento dei listini era stato fotografato dall’Indice dei prezzi Ismea già a fine 2021: durante l’ultimo trimestre dell’anno è continuato infatti il trend di espansione dei prezzi dei prodotti agricoli nazionali, con un incremento tendenziale del +15%, dietro la spinta soprattutto dei prodotti vegetali, +19,5%, ma anche di quelli zootecnici, +10%.
L’incremento dei prezzi dei mezzi correnti di produzione è stato evidenziato anche dall’indice elaborato dall’Ismea, che nel quarto trimestre del 2021 ha segnato un +10,3% tendenziale, dovuto soprattutto ai listini dei concimi, +27,4%, dei prodotti energetici, +19% e dei mangimi, +14,8%.
Trascinato dagli aumenti di prezzo di molte materie prime così come da costi di trasporto marittimo sempre più proibitivi, il comparto concimi agricoli già dagli ultimi mesi del 2021 sta vivendo un periodo “caldo”. Da questo punto di vista, l’invasione dell’Ucraina, grande esportatrice di grano e di fertilizzanti, rende ancora più indecifrabile il 2022.
Le prospettive sono inequivocabilmente influenzate dalla crescita dei prezzi dei prodotti alimentari, dalla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie per l’aumento delle bollette e dalla nuova incertezza sulla ripresa economica nello scenario di crisi determinato dalla guerra tra Russia e Ucraina.