Medie e piccole imprese avevano visto una forte crescita sui mercati dell’est europeo ora chiusi
Lo scoppio della guerra in Ucraina ha accelerato la crisi energetica iniziata nel 2021, generando segnali recessivi che influenzano negativamente la competitività delle imprese, in particolare nei settori a maggior concentrazione di MPI: alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, quali soprattutto gioielleria ed occhialeria.
Un danno che si abbatte soprattutto sull’export che era in forte ripresa e nel 2021 era salito a 141,2 miliardi di euro, raggiungendo il massimo storico del 7,9% del PIL. L’analisi delle vendite all’estero di questo rilevante cluster della manifattura italiana è proposta nell’ultima “Elaborazione Flash: Made in Italy nei settori di MPI, tra pandemia e guerra in Ucraina” curata dall’Ufficio Studi di Confartigianato.
Viene evidenziato che l’Italia è il terzo come fornitore europeo di prodotti nei settori di MPI sui mercati di Russia e Ucraina, per salire al primo posto per i prodotti della moda, mobili e gioielleria. Inoltre, viene registrato che nel 2021 ammontavano a 2,2 miliardi di euro le esportazioni dei beni di lusso oggetto di sanzioni Ue contro la Russia.
Tra i principali settori di MPI che superano i livelli pre-crisi ci sono l’alimentare con il +15,2%, i mobili con il +8,3%, i metalli con il +7,8%, le altre manifatture con il +7,6% e il legno con il +6,6%.
Sono invece sotto i livelli di due anni prima nel suo complesso il settore della moda che registrava un calo dell’export del -4,4%, con maggior evidenza per il tessile con -5,1%, la pelle (prevalentemente calzature e borse) con -5,0% e l’abbigliamento con -3,5%.
Tra le principali regioni si rileva un recupero a doppia cifra per l’export di MPI nel Lazio (+23,4% rispetto al 2019), in Friuli-Venezia Giulia (+15,4%) e Trentino-Alto Adige (+14,5%). Si registrano, inoltre, aumenti sopra alla media in Campania (+8,0%), Veneto (+5,4%) e Lombardia (+4,6%).