Di momento difficilissimo parla il Vicepresidente regionale riferendosi al mondo imprenditoriale
“Il nostro marchio andava molto forte in Russia prima dello scoppio della guerra: quello è un mercato che non possiamo permetterci di perdere”. È con questa motivazione, addotta da una delle partecipanti, che 48 aziende italiane hanno sfidato l’embargo europeo ed hanno esposto i propri prodotti alla fiera “Obuv Mir Kohzi” di Mosca, Fiera Internazionale delle Calzature & Cuoio.
Ben 28 erano le aziende marchigiane del settore pelli e calzature: «Abbiamo una delibera lo scorso anno con tutte le fiere che rientravano nel contributo Regione-Camera di Commercio Marche – spiega il vice presidente della Regione Marche e assessore all’Industria e Sviluppo Economico, Mirco Carloni – tra cui l’Obuv di Mosca e la Fiera della Moda a Kiev. Queste due fiere non sono state rimosse: ovviamente quella di Kiev è stata annullata mentre quella di Mosca confermata».
La presenza a Mosca degli imprenditori ha comportato il superamento di non poche difficoltà: alcuni hanno preso il volo di una compagnia turca raggiungendo la capitale russa dopo aver fatto scalo a Istanbul, con prezzi triplicati rispetto agli altri anni. Altri espositori hanno votato con una compagnia serba e sono stati controllati in aeroporto per ore. Anche i loro cellulari sono stati esaminati.
Ovviamente la partecipazione degli espositori italiani a Mosca ha sollevato non poche polemiche visto l’embargo economico che l’Italia, l’Europa e tutto l’Occidente hanno imposto alla Russia a seguito dell’invasione in atto in Ucraina.
«Come Regione, condanniamo fermamente la guerra – sottolinea nel suo commento il vicepresidente Carloni – e come Giunta abbiamo aiutato i profughi dall’Ucraina in tutti i modi.
Ma non ci giriamo dall’altra parte lasciando soli i nostri imprenditori che avevano come primo mercato la Russia e l’Ucraina senza dar loro una mano in questo momento difficilissimo».