A Torino, una mostra sul fenomeno cresciuto del 300% nell’ultimo anno e che supera i due milioni
Il Museo dell’auto di Torino ha organizzato la mostra “Fake, l’automobile tra originalità e contraffazione”, fino a domenica 28 agosto, che mette a confronto una serie vetture originali con una galleria di falsi. Una accanto all’altro sono esposte una Ferrari 250 Swb falsa e una vera, una Dino 196 Sp costruita da zero e una Ferrari 750 Monza autentica. Ci sono anche due Vespe false. In alcuni casi la contraffazione è di buon livello, sia pure imperfetta. In altri il lavoro è approssimativo e la natura del progetto addirittura bizzarra.
“Le quattro ruote – spiega Giosuè Boetto Cohen, curatore della mostra – non sfuggono alle follie del mercato. La passione per le ‘auto d’oro’ assomiglia a quella di chi insegue i Monet o i Picasso. Ma dietro a una vettura leggendaria ci sono infinite leggende: artistiche, industriali, sportive».
Non a caso i tassi di crescita del fenomeno della contraffazione sono paragonabili a quelli registrati per le opere d’arte. Nel 2021 l’Agenzia Accise Dogane e Monopoli (Adm) ha sequestrato, tra autoveicoli, ciclomotori e ricambi, oltre 36.000 pezzi contraffatti, con un incremento rispetto al 2020 di circa il 300%. Il volume di affari supera i 2 milioni di euro e l’87% della merce sequestrata, quasi tutta è intercettata nei porti, ha provenienza cinese.
«L’Adm – spiega Marcello Minenna, direttore generale dell’Adm – è impegnata nel contrasto dell’illecito e della piaga della contraffazione che colpiscono i settori merceologici dell’economia sana del Paese. Un fenomeno che non risparmia il collezionismo delle auto d’epoca a cui il tempo attribuisce un valore economico importante e nello stesso tempo un valore legato alla produttività e all’ingegno di chi ha fatto la storia della nazione».
«Il Mauto – afferma Benedetto Camerana, presidente del Mauto – mette al centro dei propri valori la tutela dell’autenticità dell’automobile storica come principio culturale cruciale. Il termine ‘autentico’ è da noi interpretato in senso letterale perché la contraffazione talvolta si nasconde in dettagli non originali o riguarda modificazioni che in passato sono state giudicate marginali o secondarie».