Lo studio realizzato per la Commissione Ue boccia il sistema Nutinform perché ‘non è valutativo’
Si avvicina il tempo della decisione comunitaria sull’etichetta nutrizionale obbligatoria e si impennano le quotazioni della proposta NutriScore.
Il Centro Comune di Ricerca della Commissione Ue ha infatti pubblicato il proprio studio che promuove l’etichetta nutrizionale fronte pacco colorata NutriScore, mentre boccia la proposta italiana Nutrinform, il cosiddetto modello “a batteria”.
“I consumatori, compresi quelli a basso reddito – sentenzia lo studio Ccr – generalmente preferiscono etichette nutrizionali fronte pacco colorate e valutative rispetto a quelle monocromatiche e non valutative”. Lo studio del Ccr ha dimostrato che i consumatori chiedono di acquisire in “modo rapido e semplice” informazioni nutrizionali che li orientino nell’acquisto e apprezzano una minore complessità, così da elaborare più rapidamente le informazioni. Il supporto che chiedono i cittadini è nella selezione di diete più sane, con cibi con minor sale e meno zuccheri aggiunti.
La valutazione del Ccr emerge da quattro studi scientifici riguardanti l’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore della confezione, su quella d’origine e sulle informazioni alimentari attraverso mezzi diversi dalle etichette, nonché un’analisi di ciò che è attualmente presente sul mercato nell’ambito delle bevande alcoliche. Per quanto riguarda l’etichettatura nutrizionale, viene considerata uno degli strumenti a sostegno della prevenzione delle malattie cardiovascolari, il diabete o i tumori. Al momento sono stati sviluppati diversi schemi volontari, pubblici e privati, utilizzati negli Stati membri, ma l‘esecutivo europeo ha proposto di adottare entro quest’anno un’etichettatura nutrizionale armonizzata e obbligatoria sul fronte delle confezioni, coerentemente anche con il Piano contro il cancro.
Il Nutriscore non piace però al settore agroalimentare italiano, che da tempo sta cercando di bloccarne l’attuazione su scala europea, malgrado su base volontaria sia stato già adottato, oltre che dalla Francia anche dalla Spagna, dai Paesi Bassi e dalla Germania.
“Il Nutriscore è un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine”.
D’altro canto, la valutazione del Ccr emerge da quattro studi scientifici riguardanti l’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore della confezione, su quella d’origine e sulle informazioni alimentari attraverso mezzi diversi dalle etichette, nonché un’analisi di ciò che è attualmente presente sul mercato nell’ambito delle bevande alcoliche. Per quanto riguarda l’etichettatura nutrizionale, viene considerata uno degli strumenti a sostegno della prevenzione delle malattie cardiovascolari, il diabete o i tumori. Al momento sono stati sviluppati diversi schemi volontari, pubblici e privati, utilizzati negli Stati membri, ma l’esecutivo europeo ha proposto di adottare entro quest’anno un’etichettatura nutrizionale armonizzata e obbligatoria sul fronte delle confezioni, coerentemente anche con il Piano contro il cancro.