L’ipotesi di allerta sanitaria spaventa i produttori che si appellano alla tradizione millenaria
Sono state immediate e veementi le proteste del mondo del vino italiano contro il documento intitolato “European framework for action on alcohol 2022-2025” approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – Regione Europa, che pone l’obiettivo di una riduzione del consumo di alcol del -10% pro-capite entro il 2025.
«Queste nuove indicazioni dell’Oms – ha affermato Angelo Radica, presidente dell’Associazione nazionale Città del Vino – sono un ulteriore colpo al mondo del vino europeo e italiano in particolare, perché non tengono assolutamente conto del valore culturale delle produzioni vitivinicole e del fatto che bere vino, oggi, non è certo sintomo di alcolismo, ma semmai di piacevole convivenza».
Secondo Unione italiana vini: “La storia ci ha insegnato come il proibizionismo non sia la soluzione per sconfiggere la piaga dell’alcolismo, ma soprattutto come il vino sia un simbolo del bere responsabile, della Dieta mediterranea, non certo protagonista del consumo smodato”.
Per Coldiretti: “Il pronunciamento dell’OMS colpisce un settore strategico del Made in Italy agroalimentare con 12 miliardi di euro di fatturato. Aumento della tassazione, divieto di pubblicità o promozione e obbligo di health warning in etichetta rischiano in modo fuorviante di assimilare in consumo del vino alle sigarette con effetti disastrosi sui consumi con quasi un italiano su quattro (23%) che smetterebbe di bere o ne consumerebbe di meno”.
Commenta Giangiacomo Bonaldi, Presidente Federdoc: «Troviamo assolutamente discutibile un atteggiamento che sembra porre sullo stesso piano consumo consapevole e abuso. L’OMS sembra dimenticare che proprio l’attività di promozione ha portato, negli ultimi anni, ad abbassare i consumi del vino a livello mondiale».
«Useremo il buonsenso – ha dichiarato Filiera Italia attraverso le parole del suo consigliere delegato Luigi Scordamaglia – e i consolidati dati scientifici esistenti per bloccare questi tentativi a cui si prestano organismi internazionali come l’OMS o europei come la Commissione che vorrebbe escludere vino e prodotti carnei dai programmi di promozione».
Federvini auspica che la Commissione europea tenga conto di quanto espresso dal Parlamento europeo e lavori sulla lotta all’abuso di alcol ed eviti politiche sproporzionate che minano le comunità e i territori produttori di vino.