Assecondando la campagna europea contro lo spreco alimentare, Ferrarini allarga le sue etichette
Ferrarini aderisce alla campagna “Etichetta consapevole” di “Too Good To Go”, l’app nata nel 2015 in Danimarca con l’obiettivo di contrastare lo spreco alimentare nella vita quotidiana e diventata rapidamente punto di riferimento sul tema coinvolgendo le principali aziende dell’industria alimentare.
L’impegno dell’azienda rientra nell’articolata strategia di sostenibilità che già prevede che le vaschette delle confezioni dei salumi affettati a marchio Casa Ferrarini in commercio dal 2022 siano realizzate utilizzando almeno il 65% di plastica riciclata. Nel packaging dei prodotti viene inoltre evidenziato il corretto smaltimento per facilitare i consumatori.
«La collaborazione con Too Good To Go – dichiara il direttore marketing di Ferrarini, Claudio Rizzi – rappresenta un altro tassello nell’impegno di Ferrarini sul fronte della sostenibilità che con l’adesione alla Fondazione Sviluppo Sostenibile ha voluto intraprendere in modo concreto. La campagna prevede l’apposizione sulle confezioni di salumi Ferrarini, che presentano il tmc, il termine minimo di conservazione (la dicitura ‘da consumarsi preferibilmente entro’), della specifica ‘spesso buono oltre’ e i relativi pittogrammi on pack proprio per incoraggiare i consumatori ad utilizzare i propri sensi per valutare se un prodotto è ancora buono, prima di gettarlo dopo la data indicata in etichetta“.
Ferrarini è stato il primo brand italiano a produrre prosciutto cotto senza polifosfati aggiunti: «L’impegno per la sostenibilità – continua Rizzi – è da sempre nel Dna del nostro Gruppo diventandone un carattere distintivo sul mercato.
Nell’area agricola possiamo vantare una filiera del Parmigiano Reggiano dop completamente integrata, dal foraggio all’allevamento delle 3 mila vacche da latte, fino alla trasformazione e alla stagionatura delle forme. ; una filiera che ha permesso all’azienda di ottenere, già nel 2007, la certificazione di prodotto con latte ottenuto da alimentazione non ogm.
L’azienda agricola inoltre ha convertito i vigneti a coltura biologica e dalla vendemmia del 2017 i vini Ferrarini, tipici del territorio, si possono fregiare della denominazione biologico».