Salvaguardia ambientale, conservazione dei paesaggi e biodiversità: l’agricoltura sta cambiando .

È stato Angelo Frascarelli, Presidente di Ismea e docente dell’Università di Perugia al Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali ad illustrare i filoni principali sui quali si articola la nuova Politica Agricola Comunitaria che andrà in vigore a partire da Gennaio 2023. Lo ha fatto nel corso del convegno organizzato da Coldiretti Venezia su “Il Piano Strategico per la Pac 2023-2027: le scelte dell’Italia e le opportunità per le aziende veneziane”.
«Di fatto siamo già entrati nella nuova Pac – ha spiegato Frascarelli – perché le semine di questo periodo ricadranno nella nuova programmazione. Per l’Italia sono previsti 7,3 miliardi di euro tra pagamenti diretti (49,5%), sviluppo rurale (44,8%) e misure di mercato (5,7%)». Frascarelli ha spiegato nel dettaglio l’architettura della nuova politica agricola che avrà questi obiettivi: la competitività delle aziende agricole, la salvaguardia dell’ambiente, la conservazione di paesaggi e biodiversità, il sostegno al ricambio generazionale. Agli agricoltori verrà richiesto di ruotare le coltivazioni al fine di rinvigorire la fertilità del suolo, ma anche di destinare una parte di superficie ad aree non produttive (margini di campi, incolto). Saranno premiati gli agricoltori che fanno biologico o che utilizzano metodi di agricoltura integrata certificata. Il futuro sarà, inoltre, molto legato all’innovazione.
La nuova Pac avrà all’incirca la stessa dotazione finanziaria della passata programmazione, una graduale convergenza del valore dei titoli e un buon sostegno ai giovani imprenditori.

In apertura dei lavori del convegno Andrea Colla, presidente di Coldiretti Venezia, ha sottolineato che: «È finito il tempo in cui il nostro Paese e l’Europa ritenevano che si potesse far produrre su altri Continenti dove il costo della manodopera e dei prodotti è più basso, delocalizzando molti dei settori vitali tra i quali anche il nostro agroalimentare. Dobbiamo impegnarci ad investire i soldi che ci vengono dati dall’Europa sulle infrastrutture che consentano al nostro prodotto fresco di viaggiare nel più breve tempo possibile verso i mercati mondiali, come ad esempio l’ortofrutta o il pescato, dove Chioggia con Venezia è la più grande marineria d’Italia».