L’industria italiana è la prima in Europa per la produzione e per la produttività dei lavoratori
Il valore mondiale del mercato delle scarpe, nelle previsioni per il 2022, è di 320 miliardi di dollari: ovviamente al mondo il maggior produttore è la Cina, mentre in Europa il primo posto è detenuto dall’Italia con 4.152 aziende produttrici e ben 71.882 addetti. Oltre a essere il primo Paese produttore europeo, l’Italia è anche prima per produttività: ogni addetto “vale” ben 69mila e 300 euro di fatturato.
Altri dati di Mediobanca: in Italia il prezzo di un paio di scarpe è mediamente di 42,6 euro, ogni anno una persona compra 4 paia di scarpe e spende mediamente 170 euro.
Nella top10 delle più grandi aziende nazionali, svetta la casa di moda Salvatore Ferragamo con un fatturato al 2021 di 1 miliardo e 135 milioni di euro. La creazione di calzature, per la casa fondata nel 1927 a Firenze, rappresenta il 42,8% dei ricavi, poco meno della pelletteria che, con il 43,6%, è la categoria merceologica principale della casa. Al 31 dicembre 2021 il Gruppo conta complessivamente più di 3.800 dipendenti e una rete di 674 punti vendita monomarca.
Il secondo posto è occupato da Tod’s l’azienda controllata dalla famiglia Della Valle, che detiene anche i marchi Hogan, Fay e Roger Vivier: nel 2021 il fatturato è pari a 884 milioni di euro. Il terzo posto è detenuto da Geox con un fatturato di 608,9 milioni di euro nel 2021: l’azienda di Mario Moretti Polegato, dal 1995 anno della sua fondazione, ha brevettato ben 55 tipi diversi di suole e tecnologie di traspirazione per indumenti.
La classifica nazionale premia al quarto posto il distretto delle scarpe delle Marche con il Gruppo Imac proprietario dei marchi Primigi, Igi&Co e Enval Soft. Fondata nel 1975 dai fratelli David e Renato Mazzocconi, dalla sua nascita ha venduto 9.730.000 paia di calzature e 6.100.000 capi di abbigliamento.
Facendo invece una classifica delle Regioni nelle quali si registra la maggiore concentrazione di aziende di scarpe, al primo posto troviamo la Campania con il 22,6%, seguita dalla Lombardia con il 10,5% e dal Lazio con il 9,6%.