La Fiera VicenzaOro si è chiusa con numeri ‘da record’ e con un appello contro la contraffazione
Edizione record per VicenzaOro January, la rassegna internazionale della Fiera di Vicenza: secondo i dati forniti dagli organizzatori di Italian Exhibition Group, si è registrato il primato storico di affluenza, con un +11,5% rispetto all’edizione pre-pandemica del gennaio 2020.
I numeri sono espliciti: i buyer esteri sono più che raddoppiati (+105%) rispetto all’edizione invernale 2022 e la presenza estera è risultata vicina al 60% del totale, con 136 Paesi rappresentati. La partecipazione, suddivisa per macro aree ha visto in testa l’Europa con il 54,5% e a seguire Medio Oriente con il 9,5%, l’Asia con il 9%, la Turchia il 9%, il Nord America il 7,2%, l’Africa il 5,4% e l’America Latina il 4,7%. Tra i singoli Paesi più rappresentati in assoluto sono stati gli Stati Uniti e la Turchia; tra i Paesi europei le maggiori presenze sono state di Grecia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Francia; per il Medio Oriente Emirati Arabi, Israele e Arabia Saudita; infine per l’Asia India, Giappone e Thailandia.
Molto positiva anche la presenza italiana da tutte le regioni con Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia con crescite superiori al 20% rispetto al pre-pandemia. A livello social i contatti media totali hanno superato i 224 milioni lordi e le visualizzazioni degli operatori professionali dei profili espositori sulla piattaforma B2B The Jewellery Golden Cloud hanno superato le 200 mila visualizzazioni.
Nel corso di Vicenzaoro è stato anche fatto il punto sulla piaga dei prodotti contraffatti: un “mercato” che vale 464 mld di USD nel mondo, 134 mld di USD in Europa e 32 mld di euro in Italia. (elab. OECD su dati 2019).
«La contraffazione – ha spiegato Mario Peserico, presidente Assorologi – è una piaga per il settore dell’orologeria, il nostro dovere è raccontare il fenomeno al consumatore ed educarlo ad un acquisto sicuro e consapevole. Spesso il consumatore finale non si accorge dell’errore quando acquista prodotti contraffatti, soprattutto da quando il web è diventato il media di vendita principale. È fondamentale che le piattaforme di vendita facciano tutto il possibile per debellare la presenza dei contraffattori».