L’Emilia Romagna riconosce specificità della filiera produttiva che è espressione del territorio
La Regione Emilia Romagna ha ufficialmente riconosciuto la costituzione del Distretto dell’Aceto Balsamico tradizionale di Modena che va così ad aggiungersi ai distretti alimentari che già godono del riconoscimento regionale: “Salumi Dop Piacentini”, “Romagna distretto bio simbiotico”, “del Prosciutto di Modena Dop” e “della Pera dell’Emilia-Romagna”.
«Siamo il cuore agroalimentare del Paese – ha sottolineato l’Assessore regionale all’agricoltura, Alessio Mammi – e come Regione continuiamo a lavorare a fianco dei Consorzi e delle imprese per tutelare i nostri prodotti Dop e Igp, valorizzarne la qualità e promuoverli sui mercati internazionali. Per questo abbiamo voluto aggiungere quello dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena, uno strumento di politica economica finalizzato a organizzare, sostenere, salvaguardare i sistemi produttivi agricoli e agroalimentari del territorio modenese».
«Siamo orgogliosi e soddisfatti – ha commentato il presidente della Provincia di Modena, Gian Domenico Tomei – È un risultato raggiunto grazie allo sforzo congiunto del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e del suo presidente Enrico Corsini, insieme alle istituzioni locali, per la promozione e la valorizzazione di un’intera filiera produttiva che tutela e rafforza il territorio modenese. Dopo la candidatura della tradizione del balsamico a patrimonio nazionale Unesco, questo riconoscimento dimostra quanto, questo prodotto, rappresenti una specificità unica».
Il Consorzio di tutela dell’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop riunisce 183 acetaie, tra le quali sono ricompresi 55 viticoltori e 47 aziende agricole.
Ora la Regione comunicherà il provvedimento al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste al fine dell’inserimento del Distretto nel Registro nazionale dei distretti del cibo.
«Il Distretto – conclude l’assessore Alessio Mammi – rappresenta un ulteriore strumento per valorizzare e sostenere le produzioni di qualità e promuovere lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, la cui identità storica e culturale diventa un tratto distintivo e un elemento in cui si fondono il prodotto, il territorio e la sua cultura».