Per l’unione italiana vini è necessario puntare alla qualificazione DOP-IGP per tutelare le viti
I vigneti del centro e sud Italia sono oggetto dell’attacco della Peronospora. La malattia della vite che a causa delle piogge pomeridiane, l’umidità notturna e il caldo della mattina sta prosperando nei filari. In alcune zone sono previste perdite fino al 40% tra l’Abruzzo e il Molise e cali dal 25 al 30% nelle aree di Marche, Basilicata e Puglia.
Questi i dati dell’Osservatorio Vendemmiale di Assoenologi e Unione Italiana Vini grazie a delle ricognizioni sul territorio.Il settore vitivinicolo, per cui il Made in Italy è conosciuto in tutto il mondo, sta inoltre attraversando un periodo di stasi nelle vendite per cui si è registrato il maggior carico di stock nelle cantine degli ultimi 10 anni.
«Oggi non ci si può più permettere di produrre vini senza nome e cognome, quelli generici, e di avere un terzo delle Dop-Igp che imbottiglia meno del 40% del proprio potenziale – Così afferma il presidente Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi – Una complessità del sistema che necessita di scelte radicali anche in chiave promozionale». Questa affermazione pone l’attenzione su un’altra grande scommessa che sta affrontando il campo vitivinicolo in questo periodo in cui gli enologi, con il loro lavoro scientifico e professionale, sono chiamati a svolgere un compito di precisione nei vigneti per salvare i grappoli sani e portare ad una produzione di qualità invece che di quantità.
Le strade del vino si stanno diramando in molteplici direzioni e vedono al centro il consumatore che richiede sempre più prodotti sani e genuini con indicazioni chiare sulla provenienza del prodotto e del suo contenuto. Altro trend di mercato mette in luce una crescente domanda di vini alcol free. In concomitanza delle richieste dei consumatori l’Unione Europea sta indicando delle direttive e delle normative di tutela dei prodotti, di conseguenza anche dei produttori, per un cambiamento in cui salute e profitto vadano di pari passo.
4 Agosto 2023