Il Rapporto dell’Osservatorio sul mondo agricolo realizzato dall’Inps racconta di un mondo contadino con poche prospettive
A lavorare nei campi sono per lo più persone fra i cinquanta e i cinquantaquattro anno (12,1%); sono diminuite, sia le aziende agricole (-7,1%) che i lavoratori dipendenti, passati da 180.167 nel 2021 a 174.636 nel 2022 (-2,5%) e autonomi, passati da 436.689 nel 2021 a 431.215 nel 2022 (-1,3%), e anche le donne, che registrato un decremento sul totale dei lavoratori, dal 33,5% al 31,5%. È quanto emerge dal Rapporto dell’Osservatorio sul mondo agricolo, realizzato per conto dell’Inps (Istituto Nazionale Previdenza Sociale), con riferimento al 2022. In particolare, La maggior parte dei lavoratori agricoli autonomi (50,3%) vive nel nord Italia: in Piemonte, 45.807 unità (pari al 10,6%), in Veneto, 45.259 unità (10,6%), in Lombardia, 40.863 unità (9,5%), in Emilia Romagna, 40.475 (9,4%). Guardando alla distribuzione di lavoratori per area geografica, gli operai agricoli dipendenti sono concentrati soprattutto al Sud (35,9%), seguito da Nord-Est (23,5%), Isole (16%), Centro (13,4%), Nord-ovest (11,2%).
Fra le categorie dei lavoratori autonomi, l’unica in aumento è quella degli imprenditori agricoli professionali (IAP), che passa dai 38.331 lavoratori del 2017 ai 46.213 del 2022, con un incremento del 20,6%. Dal 2017 i coltivatori diretti hanno avuto un continuo andamento decrescente, passando dai 415.636 lavoratori del 2017 ai 384.861 del 2022, con una diminuzione del 7,4%. Tuttavia, questa categoria continua ad essere prevalente; ne fa parte l’89,3% dei lavoratori agricoli. I coloni e i mezzadri sono ormai ridotti al lumicino: 141 lavoratori nel 2022.
2 dicembre 2023