Il Marocco, con 400 mila ettolitri di vino all’anno, dei quali oltre il 50 percento di qualità superiore, risulta uno dei più grandi produttori della regione, quasi al livello dell’Algeria (che ha una produzione di 500 mila ettolitri l’anno). La maggior parte del vino prodotto, circa l’85 percento, è destinato al consumo interno. Infatti, nonostante la legge vieti la vendita di alcol ai musulmani, il vino marocchino si vende in quasi tutti i supermercati del Regno.
Nemmeno l’aumento delle tasse, passate da 450 a 500 dh (circa 45 euro) l’ettolitro, deciso nel 2012 dal governo, ha impattato sui consumi. Il settore genera così delle entrate fiscali consistenti (nel 2011 hanno superato 1,4 miliardi di dirham, circa 126 milioni di euro) ed impiega quasi 20 mila persone.
Introdotta circa 2500 anni fa, la coltivazione della vite ha conosciuto nel Regno un picco di produzione negli anni ’50, superando i 3 milioni di ettolitri l’anno, per orientarsi poi verso la qualità. Oggi sono ormai 14 le certificazioni di origine garantita (AOG) e una, Coteaux de l’Atlas, di origine controllata (AOC), corrispondente alla DOC italiana.