Per il presidente della Confederazione italiana agricoltori (CIA), Giuseppe Politi: «L’aggregazione fa la forza. Non solo perché dà alle aziende agricole la capacità di stare sul mercato, ma soprattutto perché permette di accorciare la filiera, eliminando gli sprechi e recuperando equità e trasparenza. Occorre, quindi, favorire la costituzione di reti di imprese, anche aperte ad altri soggetti istituzionali e privati. Insomma, serve una svolta nella politica agroalimentare che contribuisca alla crescita del nostro Paese e alla valorizzazione della qualità del made in Italy».
Lo ha affermato intervenendo alla recente Fiera del Levante di Bari ed ha proseguito sottolinenado che «in Italia le inefficienze della filiera alimentare sono la prima causa della scarsa competitività delle aziende agricole, a cui va appena il 18 per cento del prezzo finale che i consumatori pagano allo scaffale. Ma una più equa distribuzione dei guadagni passa attraverso il taglio delle intermediazioni inutili, che mediamente portano il numero degli ‘step’ dai 3 o 4 necessari fino a 6 o addirittura a 8». Ed è evidente che ogni passaggio di intermediazione dal produttore al consumatore porta ad un aumento del prezzo finale: in questa situazione ridurre gli ‘step’ ha per gli acquirenti una importanza ancor maggiore, ad esempio, dello stesso aumento dell’IVA di cui parla tanto la politica in questi giorni.
Una svolta politica: aggregare le aziende e integrare le filiere
Il presidente CIA Giuseppe Politi ha quindi proseguito il proprio intervento alla Fiera del Levante sottolineando che «appare indispensabile una politica agraria che sia in tutte le scelte selettiva a favore delle Organizzazioni dei produttori, delle reti di imprese e delle altre forme di aggregazione. Si tratta di priorità essenziali per il futuro dell’intero agroalimentare che, compreso l’indotto a monte e a valle, vale il 17 per cento del Pil, garantisce occupazione a oltre tre milioni di lavoratori e rappresenta quasi il dieci per cento dell’export del nostro Paese. All’aggregazione interna al settore agricolo va affiancata, comunque, una programmazione efficace delle dinamiche di mercato che – ha rilevato Politi – abbia un approccio interprofessionale. In questo senso è urgente rilanciare gli organismi interprofessionali e i consorzi per la tutela delle denominazioni».
«È ora che la qualità indiscussa dell’agricoltura italiana venga sostenuta dalla competitività delle imprese, a cui si deve lavorare a più livelli, accelerando – ha concluso il presidente della Cia – i processi di aggregazione della fase produttiva, ma anche promuovendo l’integrazione delle filiere per arrivare a ottenere equilibri equi e responsabili tra agricoltori, trasformatori e distributori. Solo in questo modo, è possibile superare i limiti strutturali del mondo agricolo, a partire dalle piccole dimensioni aziendali fino all’elevata dispersione territoriale, che da sempre limitano lo sviluppo del settore».