Ci sono porti europei “più consenzienti” ad accogliere merci contraffatte rispetto a quelli italiani. La denuncia è del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che durante il suo intervento all’assemblea annuale di Indicam (Istituto per la lotta alla contraffazione) ha fatto il punto del fenomeno. Che a suo giudizio «è rilevante che dovrebbe tornare al centro dell’attenzione della governance di un’economia sempre più globalizzata».
Squinzi ha lamentato in particolare le “insostenibili divergenze” che sussistono ancora oggi tra le legislazioni dei diversi paesi europei sulle tariffazioni portuali. E tutto questo, ha sottolineato il presidente di Confindustria, «determina uno sviamento dei traffici a scapito del nostro paese e a vantaggio di altri Porti europei che sembrano, tra l’altro, più consenzienti verso l’ingresso di merci contraffatte». Da Squinzi un’assicurazione sull’impegno che Confindustria metterà in campo per contrastare la contraffazione. «I controlli – ha detto Squinzi a questo proposito – devono essere uniformi in ciascuno dei 28 Stati membri».
Dello stesso avviso il presidente di Indicam, Carlo Guglielmi, convinto che l’impatto della contraffazione sul pil europeo sia di 8-9 punti percentuali. In questo scenario, ha puntualizzato ancora Guglielmi, «l’Italia è al quinto posto al mondo per la produzione di prodotti contraffatti e al primo posto in Europa per acquisto di prodotti contraffatti».
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