Scrivere sulle etichette dei tranci o dei filetti di pesce solo la parola “merluzzo” è troppo generico. È questo il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che, confermando la tesi di Eurofishmarket, ha pubblicato un parere invitando le aziende a scrivere la “zona di cattura” sul frontespizio della confezione utilizzando un carattere chiaro.
Come riporta il sito “il fatto alimentare”, la questione è emersa da un’indagine condotta su numerosi campioni di prodotti preconfezionati congelati e surgelati acquistati nelle principali province di tutta Italia. L’82% circa dei marchi esaminati riportava una denominazione di vendita scorretta. L’errore principale consisteva nell’indicare il nome generico della specie, al posto della denominazione commerciale (corrispondente al nome scientifico della specie).
Il caso più diffuso riguarda proprio l’indicazione “merluzzo”, che corrisponde alla sola specie Merluccius merluccius, considerata la più pregiata poiché pescata nei mari in prossimità delle coste europee. In realtà nelle confezioni si trova spesso il meno pregiato merluzzo sudafricano (Merluccius capensis o Merluccius paradoxus) o il merluzzo atlantico (Merluccius hubbsi). L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha obbligato le aziende a indicare sul fronte della confezione la zona di cattura del pesce, per chiarire meglio al consumatore l’origine e le caratteristiche del pescato.
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