Salgono i bianchi friulani (Friulano e Collio), indietreggiano i vitigni internazionali (Sauvignon, Chardonnay e Pinot Bianco), volano gli autoctoni mentre frenano Soave e Fiano. E per il secondo anno consecutivo la palma di miglior vino bianco italiano (fermo) va al marchigiano Verdicchio. È questo il risultato di un’indagine svolta da Gabriele Micozzi, docente di marketing del Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche, che ha messo a confronto i risultati delle principali guide enologiche del Paese per conto dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt).
La ricerca vede il vino principe marchigiano aggiudicarsi complessivamente 61 riconoscimenti dalle 8 guide monitorate (Vini d’Italia del Gambero Rosso, Bibenda, I Vini d’Italia de L’Espresso, I vini di Veronelli, Slow Wine, Vinibuoni d’Italia, oltre alle new entry Guida essenziale ai vini d’Italia e Vitae), seguito da lontano dal Fiano (35), ora tallonato dal Friulano che ha scavalcato Sauvignon (29) e Soave (28). Al settimo posto resiste il Pinot Bianco (27) mentre avanza di sette posizioni il Collio (22), a pari merito con il Vermentino e con tre lunghezze di vantaggio con l’’emergente’ Trebbiamo d’Abruzzo.
Il Verdicchio incoronato dalle guide il miglior vino italiano
Il momento d’oro del Verdicchio è confermato anche dall’Istituto marchigiano di tutela vini Imt, cioè il consorzio che con 800 aziende e 16 denominazioni, rappresenta il 90% dell’export enologico delle Marche. Il consorzio infatti ha annunciato la partnership con l’oro olimpico nel fioretto Elisa Di Francisca, che sarà ambasciatrice del Verdicchio nel mondo alla vigilia di Rio 2016.
«Abbiamo la fortuna di poter lavorare su due prodotti, il Verdicchio di Matelica e quello dei Castelli di Jesi che migliorano anno dopo anno – ha detto, Alberto Mazzoni, direttore dell’Imt – Cresciamo in qualità, con un terzo delle aziende premiate che producono oltre 5mila bottiglie. Ma cresciamo anche in valore e nella quota export: oggi quest’ultima è al 50% ed il nostro obiettivo, anche grazie agli investimenti in Ocm Promozione e Psr Marche, è di arrivare a esportare il 60% del nostro prodotto entro il 2016».
Bene anche il Verdicchio spumante, che segna una crescita del fatturato dell’8% e aggiunge 1,29 mln di euro ai 36,5mln contabilizzati dal prodotto fermo. Complessivamente il Verdicchio rappresenta quasi il 40% sul totale fatturato da bottiglie Dop e Igp nelle Marche.
Il Verdicchio incoronato dalle guide il miglior vino italiano
Nella seconda parte dell’indagine, Micozzi ha intervistato un campione rappresentativo della popolazione italiana per indagare su quale fosse la guida enologica considerata più attendibile tra le principali 8 prese in esame. Anche per il 2015 la guida cult per l’enoappassionato si conferma quella del Gambero Rosso (0,90 il punteggio). Passaggio di consegne in seconda posizione, con i 5 grappoli di Bibenda (0,72) che supera la storica e ancora molto apprezzata guida Veronelli (0,66), ormai incalzata da I Vini d’Italia de l’Espresso (0,63) e Slow wine di Slow Food (0,60). Seguono, Vitae-Ais e Doctor Wine, che evidentemente scontano il fatto di essere alla loro prima edizione.
«L’excursus sulla credibilità delle guide tra i lettori – commenta Micozzi – sfata un luogo comune, ovvero che questi prodotti editoriali non siano più così seguiti come un tempo. È vero il contrario: complessivamente il giudizio sulla credibilità è cresciuto, specie nelle prime posizioni e quindi tra le guide più lette».