«Auspichiamo che l’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione sia ripristinato nell’interesse soprattutto dei consumatori»: lo dichiara Christian Malinverni, Presidente regionale veneto della Federazione alimentazione di Confartigianato Imprese. Come è noto, dal 13 dicembre il nuovo regolamento europeo ha reso obbligatorio indicare sulla confezione soltanto il nominativo e l’indirizzo della sede legale dell’operatore responsabile, cioè il nome o ragione sociale di chi commercializza il prodotto o dell’importatore in UE nel caso il prodotto provenga da paesi extra UE.
Ma tale indicazioni non necessariamente corrisponde al luogo di produzione: «È l’ennesimo regalo dell’Europa alle multinazionali del food – continua Malinverni – In questo modo infatti, non è più possibile capire chi produce ciò che si acquista, dato che l’operatore indicato in etichetta potrebbe anche non essere il produttore ed ove invece lo fosse la sede legale potrebbe non coincidere con la sede delle stabilimento di produzione. Questo danneggia i consumatori che potrebbero consapevolmente scegliere un alimento rispetto a un altro anche in considerazione del paese o la regione dove è prodotto per motivi legittimi come sostenere l’economia e l’occupazione locali, privilegiando prodotti con minore impatto ambientale, come sono di norma quelli dell’artigianato agroalimentare. Settore in cui il Veneto gioca da protagonista con le sue 6.667 aziende (cresciute dello 0,5% anche quest’anno). Rappresenta infatti, quasi il 16% del totale delle esportazioni italiane per un valore di 4,4 miliardi di euro, terza realtà dopo Lombardia ed Emilia. E soprattutto – conclude Malinverni – è la regione che ha fatto registrare il miglior dinamismo con una crescita tendenziale tra giugno 2013 e giugno 2014 del +6,5% (valore quasi doppio della media nazionale 3,5%)».