Il Padiglione del vino che fra 90 giorni aprirà all’Expo di Milano sarà a misura di bambino. Con percorsi dedicati, giochi, immagini, video a cura di Veronafiere-Vinitaly, che organizza e gestisce la struttura, formata da due piani e da una grande terrazza. Per rendere visibile la storia millenaria del vino, arriveranno a Milano antiche anfore, coppe e altri reperti dal Museo di Lungarotti, in Umbria. Altri vasi, con tutti i colori del vino. Tutto in teche ad altezza di sguardo di piccolo visitatore.
“Vino, a taste of Italy”, questo è il nome del Padiglione, ha previsto un investimento di 5 milioni di euro, 3 del ministero dell’Agricoltura e 2 di Vinitaly, per 2 milioni di visitatori attesi tra il primo maggio ed il 31 ottobre. Sarà un “viaggio sensoriale” attraverso storia e presente del vino, come l’ha pensato l’architetto Italo Rota, autore delle nuove luci a Notre Dame a Parigi e del Museo del Novecento di Milano. Rispetto alla prima presentazione del padiglione, ci saranno meno effetti speciali, ma più richiami alla cultura classica. Così il piano terra del padiglione sarà occupato dalla parte museale al termine della quale sarà possibile anche proiettare nel futuro il profilo preferito per il vino di domani.
Vinitaly illustra i dettagli del Padiglione del Vino all’Expo 2015
Al primo piano invece il vino è più attuale e si fa materia: in teche da 4 ci saranno circa 1.400 etichette da tutta Italia ed una wine-card da 10 euro darà diritto a 3 degustazioni. È la Biblioteca del vino, con la sala per le degustazioni-evento. «Abbiamo venduto finora l’80 per cento degli spazi – annuncia Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere-Vinitaly – e siamo molto soddisfatti. Abbiamo chiarito che questa non è una fiera in cui si acquista uno spazio espositivo a metro quadrato. Ci sono le teche in cui esporre singole bottiglie: 3.000 euro per 3 mesi, 4.500 per 6 mesi, con progressive riduzioni se il numero delle bottiglie è maggiore; gli spazi collettivi costano fino a 450 mila euro per l’intera durata ed ogni azienda potrà spendere dai 4.000 euro in su; e ci saranno eventi da 2.000 euro».
La Regione Veneto ha acquistato l’area più vasta, poi vengono Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Molise, Sardegna, e con il Trentino. «Con il Piemonte si tratta – continua Mantovani – la Toscana probabilmente lascerà spazio alle singole aziende, come al Vinitaly. Tra i Consorzi siamo in dirittura d’arrivo con quelli del Brunello e di Barolo e Barbaresco. Ci sarano le grandi aziende come il Giv, o Zonin, con le singole tenute. E poi i raggruppamenti come Istituto Grandi Marchi, Comitato Grandi Cru, Italian Signature Wines Academy».