In Indonesia, il più grande Paese musulmano del mondo, è passata la proposta di legge dei partiti islamici con la quale si vieta la vendita e il consumo di alcol in tutte le attività commerciali, compresi i negozi, i centri commerciali e le bancarelle lungo le strade, per un totale di 55 mila dettaglianti e 16 mila rivenditori. La pena è la reclusione da tre mesi a due anni per i consumatori clandestini, fino a 10 anni per i trafficanti. Uniche eccezioni saranno le particolari autorizzazioni e i permessi in occasione di feste religiose, così come nei siti di attrazione turistica, quale ad esempio l’isola di Bali, isola oltrettutto a maggioranza induista.
Con i suoi 250 milioni di persone, l’Indonesia è comunque già oggi un paese con un uso assai moderato di alcolici essendo la maggior parte dei cittadini aderente ad un Islam moderato che non beve alcolici. E le esportazioni di vino italiano, che secondo i dati Istat, raggiungono appena i 700 mila euro. Ma a preoccupare è l’effetto di imitazione che questo provvedimento potrebbe scatenare in altri Paesi islamici. È da dire che sono in molti nel Paese a contestare la nuova legge che secondo gli economisti potrebbe assestare un duro colpo alle casse dello Stato, visto che, solo in tasse, la rendita del settore per l’Indonesia è di oltre 460 milioni di dollari.