Tre domande a Gian Antonio Visentin, Presidente del Consorzio Prosciutto Veneto DOP.
DAL PUNTO DI VISTA ORGANOLETTICO COME POSSIAMO DEFINIRE IL PROSCIUTTO VENETO DOP?
E’ un prosciutto che si distingue da tutti gli altri perché è a lunga stagionatura, non viene mai messo in vendita prima di sedici mesi di stagionatura ed è affinato in delle stanze nelle quali acquisisce un profumo particolare, grazie anche alle proprietà climatiche della nostra zona. Basti pensare che quando si va ad affettare questo prosciutto e si mette in bocca, si scioglie lasciando quella giusta sapidità, quel profumo di burro e di latte che lo rendono ineguagliabile.
QUESTA E’ L’EPOCA DELLA TRACCIABILITA’ ALIMENTARE,VOI COME LA ASSICURATE?
La nostra tracciabilità è completa poiché ogni prosciutto ha una targa dove viene indicato il luogo di allevamento dei maiali.
La produzione dei prosciutti deve essere fatta all’interno di un areale definito che comprende le tre province di Padova, Vicenza e Verona. Undici prosciuttifici in un’area di quindici comuni che parte dalla Dorsale Berica fino alla pianura dei Colli Euganei e tocca anche due comuni della provincia di Verona, che sono Pressana e Roveredo di Guà.
Montagnana invece rappresenta la sede del nostro consorzio perché lì ci sono gli stabilimenti più antichi che hanno pilotato il prosciutto ad altissimi livelli.
QUAL’E’ LO SCOPO DEL CONSORZO CHE PRESIEDE?
Il primo scopo è far conoscere il prosciutto oltre i confini regionali, perché è un prosciutto di grande eccellenza del nostro territorio. Non da poco siamo stati a Roma e abbiamo avuto la possibilità, tramite la Camera di Commercio, di organizzare un meeting cui hanno partecipato giornalisti e personaggi del clero. Uno dei nostri obiettivi, infatti, è quello di far conoscere il nostro prosciutto anche all’interno del Vaticano, a Roma e nel Lazio. Il Lazio è sempre stata una regione che ha dato molte soddisfazioni, poiché, in tempo di guerra, sono emigrati molti veneti che adesso cercano proprio il prosciutto veneto e lo apprezzano molto.