In Italia, il glifosato è ampiamente utilizzato per diserbare i bordi delle strade o i giardini pubblici. In altre parti del mondo l’erbicida Roundup prodotto dalla Monsanto è impiegato a piene mani sulle colture OGM e non solo. Da quando la IARC, braccio dell’OMS che si occupa della ricerca sul cancro, ha prodotto a marzo lo studio-bomba che ha classificato questo principio attivo come “probabilmente cancerogeno”, una serie di campagne in tutto il pianeta ha innescato cambi di normativa che escludono o limitano la commercializzazione o l’uso dell’erbicida Monsanto.
Ora l’agenzia per la protezione ambientale californiana ha stabilito che la California sarà il primo Stato americano a etichettare il glifosato come cancerogeno. La Francia, di recente, ne ha vietato la vendita al pubblico della grande distribuzione, mentre in Italia è in atto una campagna “Stop glifosato”, capitanata dalle associazioni AIAB e FIRAB, che chiede al governo Renzi di proibirne l’utilizzo sulle colture a causa dei potenziali effetti sulla salute delle persone e sull’integrità dell’ambiente.
Inevitabili le proteste della società: la portavoce, Charla Lord, ha detto «il glifosato è uno strumento efficace e prezioso per agricoltori e altri utenti, molti dei quali nello Stato della California. Forniremo informazioni scientifiche dettagliate circa la sicurezza del glifosato e lavoreremo per assicurare che qualsiasi etichettatura non ne influenzi l’utilizzo o la vendita in California».